Ghana Moving Roots festival, Palermo incontra Sekondi-Takoradi
Il Ghana Moving Roots festival vuole essere un’occasione per promuovere le relazioni culturali originate dal gemellaggio tra Palermo e Sekondi-Takoradi, città costiera del Ghana.
Le radici sono fatte per essere cercate. E, una volta trovate, essere studiate, scambiate, condivise. Perché le radici, quelle culturali come quelle delle piante, si muovono, ne incontrano altre e con queste si intrecciano. Unioni che, con i processi di conoscenza della reciproca ricchezza culturale, possono attivare economie, percorsi di sviluppo sostenibile: concetto-guida, questo, tanto sproloquiato quanto necessario se si tratta davvero di innescare, per esempio, attività di riuso dei materiali o di infrastrutturazioni rispettose dell’ambiente nelle comunità più sfortunate e tecnologicamente arretrate del pianeta.
Si incentra su queste tematiche il Ghana Moving Roots, festival partito ieri a Palermo e in programma fino a tutto sabato, 28 settembre, negli spazi della ex chiesa di San Michele Arcangelo a Casa Professa e nel Chiostro della Biblioteca della omonima chiesa, celebre per i suoi stucchi di stile manierista-barocco. Un appuntamento per favorire e far conoscere le relazioni culturali che da un anno a questa parte, ossia dal suo avvio, stanno originando dal gemellaggio tra Palermo e Sekondi-Takoradi, città costiera del Ghana affacciata sul Golfo di Guinea, a 200 chilometri dalla capitale Accra.
Ieri l’inaugurazione della kermesse, svoltasi all’Archivio Storico di Palermo, è coincisa con quella di una avvincente mostra collettiva di pittura: 17 tele dai colori vividi realizzate da artisti della città ghanese.
È da lì che è partito il fitto programma di eventi dedicati alle culture del Ghana, paese target dell’Africa occidentale, per secoli al centro di una vergognosa tratta schiavista che lo spopolò e oggi in via di sviluppo. Appuntamenti che si avvicenderanno tra i due spazi ubicati all’ingresso di Ballarò e a breve distanza dai Quattro Canti: dai workshop per l’apprendimento di pratiche sostenibili finalizzate a ridurre l’impronta ecologica, a talk sul climate change, da show di musica e danze ghanesi a immagini di reportage fotografici su progetti di cooperazione. In particolare quelli del fotoreporter trapanese Francesco Bellina. La presentazione del festival dedicato alle culture del Ghana e alle loro contaminazioni con le tradizioni di Palermo, dove la comunità di immigrati ghanesi supera ormai le 3mila persone, ha visto ieri la presenza di un nutrito parterre di personalità: con il console onorario della Repubblica del Ghana a Palermo e presidente del Ghana Sicily Business Forum, Francesco Campagna e il presidente del CISS/Cooperazione Internazionale Sud Sud, Sergio Cipolla, sono infatti intervenuti il direttore artistico del festival, Francesco Bellina e, giunti per l’occasione dal paese dell’Africa Occidentale, il sindaco della Sekondi-Takoradi Metropolitan Assembly, Abdul-Mumin Issah e il presidente della medesima circoscrizione amministrativa Eugene Fredua Ofori-Atta. Con loro, tra gli altri, anche la consigliera dell’Ambasciata della Repubblica del Ghana in Italia, Hannah Sinnibah Fentuo, nella veste di referente degli affari politici e economici per la diaspora e l’assessore alla cultura e vicesindaco di Palermo Giampiero Cannella.
Nel programma della manifestazione non mancheranno anche laboratori per bambini. Come la English school of Rap, mini-corso interattivo a suon di rap in lingua inglese a cura dell’associazione Risguardi/ Libreria Dudi, programmato anche per sabato alle 11 alla ex chiesa di San Michele Arcangelo a Casa Professa. Per giovani e adulti, invece, nel pomeriggio sempre di domani, un laboratorio di lettura in lingua italiana-ghanese- inglese tratterà dell’opera ‘Anansi, il ragno e la pentola d’Oro’, di Taye Selasi, scrittrice e fotografa britannica di origine ghanese e nigeriana. Incontro al quale seguirà un workshop condotto da artisti e accademici dedicato agli Adinkra, ossia i simboli visivi che rappresentano concetti, proverbi e aforismi originari del Ghana e della Costa d’Avorio.
Spazio anche alla bellezza in movimento, sabato alle 18, con il Ghana fashion show, sfilata di moda dedicata alla diversità dell’effervescente industria creativa ghanese, con la collezione dello stilista Smaklodin. Sulla passerella, anche modelle professioniste come Julee Bocoum, che a Palermo ha già posato per alcuni servizi fotografici davanti ai principali monumenti del centro storico.
“Il Ghana Moving Roots celebra quest’anno la sua seconda edizione dopo l’avvio a Palermo, lo scorso giugno, di questo programma culturale da parte del sindaco di Sekondi- Takuradi Abdul-Mumin Issah,; ma anche il primo anno di gemellaggio tra il nostro capoluogo e la città ghanese: un percorso per unire le storie di queste due città marinare che hanno molto da scambiarsi in termini di cultura e know how”, considera l’assessore Cannella – La città ghanese, dal canto suo, vanta una storia meno lunga e complessa di quella di Palermo, ma molto interessante per i suoi riferimenti coloniali. Per questo il processo di dialogo e di reciproco scambio potrà innescarvi processi di attrattività turistica”.
Sulla stessa linea il console onorario Francesco Campagna: “I gemellaggi tra città di continenti diversi, specie quelli con realtà africane, rivestono un’importanza fondamentale, perché ne accorciano le distanze e favoriscono confronti concreti su temi che le accomunano: dalla gestione dei rifiuti all’ottimizzazione delle risorse umane, sia quelle presenti nel paese della città gemellata sia quelle che abitano e lavorano in Europa, dove sono giunte con la diaspora migratoria. Tutto questo significa generare occasioni di sviluppo”.
Il festival palermitano si inquadra in una complessa progettualità di cooperazione internazionale, approvata anche dalla Fao e di cui è capofila la stessa comunità di Sekondi-Takoradi. Si tratta di iniziative portate al momento avanti con un finanziamento europeo di 3 milioni di euro, indirizzato specialmente verso azioni di sviluppo infrastrutturale e di civilizzazione urbana. “Ambito, quest’ultimo, in cui si è per esempio già provveduto all’allocazione di bagni chimici costruiti con mattoni nel villaggio peschereccio della città ghanese, la quale manca di infrastrutture fondamentali a cominciare dalle fognature e dalla rete di distribuzione dell’acqua – illustra Daniela Prinzivalli, funzionaria dei progetti strategici dell’area della cultura al Comune di Palermo. Lo stesso finanziamento è già servito a realizzare un forno per la fumigazione del pesce, capace di riciclare e depurare le esalazioni tossiche, peraltro in uno scenario di lavoro in cui vengono impiegati anche molti bambini, che dovrebbero invece andare a scuola. Si tratta di azioni ancora di piccola portata ma in via di ampliamento verso altri settori: il loro scopo è essenzialmente sociale e punta a incidere sulla ancora fortissima diffusione di lavoro infantile, come avviene in tante realtà dell’Africa sub sahariana”.
La specifica realtà di Sekondi-Takoradi è complessa. Si tratta di due città separate da un fiume, ampliatesi senza l’ombra di criteri urbanistici: la prima, a vocazione peschereccia, molto arretrata; l’altra, caratterizzata da vestigia di civilizzazione coloniale, teatro di orribili selezioni umane finalizzate allo sfruttamento nelle colonie europee d’oltremare, a cominciare da quello del cosiddetto Nuovo Mondo.
Questi progetti di cooperazione sono accompagnati dalla collaborazione con l’università di Kumasi, città dell’entroterra ghanese, oltre che dell’Ateneo della stessa Sekondi-Takoradi che – spiega Prinzivalli “vi partecipa con la sua Accademia di Belle Arti e la sua facoltà di Ingegneria in ambiti come lo sviluppo dell’attività manifatturiera, dell’artigianato e del comparto della moda”. L’agricoltura, resta comunque centrale: “le recenti visite istituzionali e tecniche nella città ghanese – informano al Comune di Palermo – hanno fatto attestare un veloce avanzamento di laboratori per la coltivazione di orti, di allevamenti di conigli e galline e, in particolare, di impianti di itticoltura”. Inoltre, nell’ambito del Piano Mattei dell’attuale governo, un’iniziativa nel settore edilizio che si attuerà nella zona più evoluta di Takoradi, vede come capofila il Comune di Palermo: si tratterà di ristrutturare un grosso edificio per trasformarlo in centro culturale. La fase di approvazione di questo progetto, la cui dote a sostegno è di 2 milioni e 800mila euro e per il quale il gemellaggio con la città di Sekondi-Takoradi è stato determinante, è stata superata. Se ne attende adesso l’avanzamento.
“Il Ghana Moving Roots sarà lo strumento del reciproco sostegno tra le nostre due città – ha sottolineato Mumin Issah -. Tanti cittadini ghanesi a Palermo sono felici di trovarsi qui e sono orgoglioso di assistere alla loro integrazione”.