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Estorsione e riciclaggio d’auto: sgominata la banda dello Sperone

di massimilianoadelfio -





di FLAVIA ROMANI
Un vasto giro di riciclaggio di auto rubate è stato sgominato allo Sperone di Palermo: la polizia nella giornata di ieri ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo nei confronti di 20 individui, membri di un’associazione criminale.
Gli indagati sono accusati di riciclaggio di autovetture rubate, ma anche di estorsioni commesse con la tecnica criminale del “cavallo di ritorno”, e cioè quei casi in cui il ladro – dopo aver rubato e messo al sicuro il bene rubato – con il recupero dei documenti del mezzo (meglio, il libretto di circolazione) contatti il proprietario per il pagamento di un riscatto al fine di riottenere quanto sottratto.
Ma non solo estorsione: in questo caso per il riciclaggio di auto sarebbero stati alterati i dati dei telai mediante punzonature con riferimenti ad auto incidentate, quasi tutte inutilizzabili, acquistate allo scopo. Con le targhe delle auto incidentate i malviventi sono riusciti a ri-commercializzarle dopo falsi collaudi e cambiando in maniera fraudolenta la destinazione d’uso, da “autocarro” a “autovettura”. Per questo motivo è stato anche indagato un “infedele” impiegato della motorizzazione civile di Palermo, fermato quasi un anno fa (il 28 febbraio 2023) dalla polizia.
Innumerevoli meccanismi illegali per cui sono stati disposti gli arresti in carcere per sette membri dell’organizzazione, per cinque gli arresti domiciliari, per tre persone l’obbligo di dimora e per uno la presentazione davanti alla pg.
I NUMERI DELL’ORGANIZZAZIONE
In particolare, sono stati riscontrati per il gruppo criminoso un totale di 22 casi di riciclaggio di veicoli: 13 Fiat Panda; 2 Fiat 500; 1 Fiat Punto; 2 Smart; 1 Peugeot 107; 1 microcar Ligier, 2 autocarri Iveco. Tre casi di ricettazione presso depositi individuati durante le indagini (con sequestri di numerosi organi motore e organi cambio rubati. Ma anche 14 estorsioni, per la restituzione di auto rubate, commesse con la tecnica del cavallo di ritorno riguardanti 8 Fiat 500 e 6 Lancia Y. Ed inoltre 8 furti di autovetture, di cui 4 Fiat 500; 2 Fiat Panda; 1 Lancia Y e 1 Jeep Renegade.
Gli investigatori, hanno proceduto al sequestro delle auto e hanno effettuato perquisizioni con sequestri presso i siti individuati durante le indagini, dove i componenti dell’associazione hanno condotto i mezzi rubati e le auto incidentate, uno individuato nel quartiere Sperone e due a Partinico.
I NOMI DEGLI INDAGATI
Il gip ha disposto il carcere per Roberto Presti, 28 anni, Mauro Macaluso, 21 anni, Francesco Mandalà, 21 anni, Maurizio Sammarco, 21 anni, Marcello Sirchia, 48 anni, Salvatore D’Arpa, 27 anni, Mirko Lo Iacono, 27 anni. Ai domiciliari invece Giuseppe Bambina, 62 anni, Roberto Piazza, 20 anni, Emanuele Macaluso, 43 anni, Dario Algeri, 29 anni e Luigi Costa, 59 anni. Obbligo di dimora nel comune di Palermo per: Maresco Samuele La Rosa, Giuseppe Di Franco e Alessio Comito. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Martino.
Le indagini sono iniziate nel giugno del 2022, quando veniva commesso il furto di una Fiat Panda poi rinvenuta dal proprietario qualche giorno dopo. Sull’auto, al vaglio degli investigatori vi era un’impronta, poi scoperto essere appartenente al pregiudicato Mauro Macaluso. Da qui il via alle indagini che hanno portato all’identificazione di tutti i componenti della banda e al blitz di ieri.
“In relazione a tre estorsioni commesse dopo altrettanti furti di autovetture – si legge nel comunicato della polizia – è emerso l’interessamento di due noti mafiosi, uno della famiglia di Brancaccio e uno della famiglia di Villabate, mentre in relazione al furto di un’autovettura di proprietà della moglie di un detenuto mafioso è emerso come i componenti del gruppo criminale si siano alacremente impegnati per recuperare il veicolo”.