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Agricoltura

Emergenza idrica, interrogazione a Schifani: “Più acqua dalla diga Castello di Agrigento”

di Dario Di Gesù -





Siccità, raccolti a rischio. Si chiede a Schifani maggiore prelievo irriguo a salvaguardia dei frutteti, agrumeti e pescheti dell’agrigentino.

L’on. Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars, ha presentato un’interrogazione parlamentare al presidente della Regione e all’assessore all’Energia in merito alla Diga Castello per mettere in campo tutte le iniziative necessarie affinché la provvista d’acqua da mettere a disposizione dell’Autorità di bacino si attesti a tre milioni e mezzo di metri cubi d’acqua, invece dei due milioni autorizzati.  

La Diga Castello, o meglio il lago di Magazzolo formato dalla Diga Castello uno degli invasi più grandi della Sicilia occidentale. Le sue acque sono impiegate per uso civile in favore di un consorzio di comuni della provincia di Agrigento che a tale scopo impiega l’impianto di potabilizzazione di Santo Stefano Quisquina. Specialmente nei mesi estivi, le acque dell’invaso servono le esigenze irrigue dei terreni situati nelle valli dei fiumi Verdura, Magazzolo e Platani.

“Occorre fornire un reale e concreto aiuto agli agricoltori per i quali, a causa del periodo prolungato di siccità, si prospettano la perdita degli attuali impianti frutticoli e lunghi anni di lavoro e di investimenti per il loro ripristino fino a nuova produzione”, dichiara l’onorevole Pace.  “Bisogna ricordare che la stima del fabbisogno irriguo utile a garantire in questa fase emergenziale la salvaguardia dei frutteti, agrumeti e pescheti in particolare, è di 3,5 milioni di metri cubi d’acqua – continua l’on. Pace -. Durante il tavolo tecnico istituzionale, al quale hanno preso parte i sindaci dei Comuni interessati all’erogazione derivante dall’invaso Castello, l’assessore regionale per le acque e i rifiuti e i rappresentanti del comparto agricolo, è stato evidenziato che la posta d’acqua necessaria al fabbisogno irriguo messa a disposizione, non è bastevole affinché gli impianti frutticoli e le coltivazioni possano avere una chance di sopravvivenza, sino a migliorate condizioni infrastrutturali e climatiche”.  

“Più volte, durante le sedute d’Aula nelle quali si è discusso della crisi idrica, ho manifestato preoccupazione e allo stesso tempo ho proposto soluzioni al reperimento di risorse idriche, facendomi promotore dell’approvazione di una risoluzione presso la commissione parlamentare “Attività Produttive” affinchè potessero essere date risposte a breve termine, nell’attesa di una programmazione infrastrutturale più a lungo raggio, che, conclude, garantiscano all’agricoltura siciliana la necessaria provvista d’acqua in caso di eventi siccitosi come quello che stiamo attraversando attualmente”.