Donnafugata: privati chiedono gestione, Comune di Ragusa pubblica bando, ex Provincia si candida per l’affidamento
A sorpresa, il Libero consorzio comunale di Ragusa (ex Provincia), appresa la proposta da parte di un’associazione di soggetti privati di assegnazione in comodato del Castello di Donnafugata, ottiene dal Prefetto l’indizione di un tavolo con il Comune, cui rappresenta la volontà di partecipare al bando di affidamento.
Il futuro di Donnafugata, sito identitario di Ragusa nel mondo, ha animato l’agosto ibleo con dispute e polemiche.
Meno di un mese fa, lo scorso 30 luglio, il Comune di Ragusa riceve una proposta di Partenariato Speciale Pubblico Privato per la cessione in comodato d’uso del complesso di Donnafugata (castello, museo del costume, 8 ettari di parco) e di Palazzo Zacco, sede del Museo civico, per 10 anni rinnovabili per altri 10.
La Giunta del sindaco Giuseppe Cassì esamina in poche ore le 122 pagine di proposta di valorizzazione dei beni, dichiarandola di interesse per l’Amministrazione, e in data 1° agosto approva un avviso mirato a dare evidenza pubblica all’iniziativa, al fine di potere recepire entro 30 giorni eventuali proposte di altri soggetti interessati. L’avviso, modificato il 12 agosto ha così scadenza l’11 settembre 2024.
Alle diverse rimostranze e commenti sulla procedura intrapresa speditamente dalla Giunta ad agosto, tra cui un esaustivo approfondimento del giornalista Angelo Di Natale, il sindaco Cassì ha replicato di avere dato corso agli adempimenti così come previsti dalle norme.
Ciò che è strettamente legittimo non sempre è comunque opportuno. Formula di gestione o co-gestione e soggetto gestore pubblico o privato di un così importante bene comune – emerge prendendo atto delle reazioni – vanno valutati senza frettolose fughe in avanti, con scelte plurali, convincimenti collettivi e meccanismi di controllo condivisi.
Lo fa notare Sergio Firrincieli, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale, osservando che la proposta di cessione di Donnafugata e Palazzo Zacco in questione “non può essere liquidata con una semplice delibera e un bando che limita la possibilità di presentare le proprie adesioni nel giro di un mese. È una questione molto complessa, che impegnerà il Comune per 10 anni più eventuali altri 10, attraversando, dunque, quattro diverse future amministrazioni comunali, e che, per tale ragione, presuppone che anche il consiglio comunale debba esprimersi sulle eventuali modalità.
Il sindaco annulli il bando e ritiri la deliberazione di giunta n. 317 del 23 luglio 2024 e si avvii un percorso condiviso che non può escludere il ruolo del consiglio comunale, fatti i dovuti passaggi anche nelle relative commissioni Risorse, Cultura e Affari generali ai presidenti delle quali abbiamo inviato espressa richiesta di convocazione urgente”.
“È evidente come un bene di così grande pregio non possa essere affidato a soli 30mila euro l’anno e siamo convinti che oltre la sacrosanta protesta contro questa visione e questo modo di amministrare occorra mettere in campo proposte concrete visto che l’amministrazione sembra non averne. Il sindaco nelle sue ultime comunicazioni cerca di difendere le proprie scelte – dice il coordinatore cittadino di Fdi, Luca Poidomani – ma è mancato un dibattito, aperto e trasparente, sulla gestione del castello anche alla luce degli importanti riscontri economici che da esso derivano e che potrebbero essere ulteriormente incrementati. Siamo inoltre dell’avviso che andrebbero pensate delle figure, anche nell’alveo di un controllo interamente pubblico, con capacità ed esperienze manageriali per poter pianificare una gestione fruttuosa e redditizia del bene che non si fermi ai 622mila euro annui sin qui incassati”.
Ieri, la Commissaria Straordinaria del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Patrizia Valenti, dopo la riunione indetta in prefettura con il Sindaco Cassì e i vertici delle forze di Polizia ha dichiarato: “Ringrazio sua eccellenza il prefetto per aver accettato la nostra richiesta di convocare un incontro con il Comune di Ragusa, mediato e destinato a verificare la possibilità di una istanza di partecipazione del Libero Consorzio Comunale di Ragusa alla gestione del Castello di Donnafugata”.
“Siamo convinti che, nella qualità di Ente pubblico, riusciremo a soddisfare gli interessi ed gli obiettivi che il Comune vuole conseguire, e lo faremo senza la logica del privato che presuppone legittimamente la sussistenza di un utile. Investiremo quindi nel raggiungimento dell’interesse della comunità”.
“Riteniamo che il Castello di Donnafugata sia una importantissima attrattiva che integra pienamente un‘azione di marketing territoriale: meglio investire in questa azione, piuttosto che in centinaia di piccole attività che non recano lo stesso vantaggio”, ha spiegato la Commissaria.
“Abbiamo chiesto l’intervento del Prefetto perché era opportuno un dialogo mediato, in quanto l’Ente comunale è comunque stazione appaltante e non ci è sembrato opportuno intrattenere rapporti diretti. Il Prefetto si è fatto garante di questa nostra azione che mira a mantenere il bene sotto la specifica tutela del diritto pubblico e sotto i controlli e le garanzie di legge. Gli incarichi saranno dunque disciplinati dalla legge dello Stato e della Regione, parimenti alle assunzioni ed a tutte le spese che saranno effettuate”.
L’art. 164 del dlgs 36/2023 prevede espressamente che l’ex Provincia possa partecipare al partenariato di cui all’Avviso pubblicato dal Comune di Ragusa. “Sono state offerte garanzie per una riapertura dei termini del bando e questo ci consentirà di condividere con la comunità provinciale questa iniziativa. Ho in programma di convocare subito l’assemblea dei Sindaci, allargata altresì alla deputazione regionale e nazionale, ed ad altri stakeholder che ritengo opportuno siano sentiti nel medesimo contesto”.
“Abbiamo già registrato l’interesse di diverse organizzazioni no profit che si occupano di Musei nazionali, di personaggi della cultura e del Teatro che intendono dare un apporto significativo. Stiamo valutando la forma. È certo dunque – conclude Patrizia Valenti – che parteciperemo al bando del Comune di Ragusa”.
In merito hanno commentato il deputato M5s ARS Stefania Campo e il consigliere comunale Sergio Firrincieli: “Accogliamo con soddisfazione le dichiarazioni del Prefetto sull’importanza della gestione pubblica dei beni collettivi. Questo è ciò che sosteniamo da giorni, opponendoci alla privatizzazione del Castello di Donnafugata e di Palazzo Zacco, perché la gestione pubblica è non solo possibile, ma anche efficace.
La nostra esperienza dimostra che una gestione pubblica ben fatta può essere vantaggiosa: infatti durante la nostra amministrazione abbiamo raddoppiato gli introiti del Castello.
Inoltre, visto che il sindaco non vuole fare nessun passo indietro, accogliamo favorevolmente la decisione del Libero Consorzio Comunale di partecipare al bando per la gestione del Castello, poiché ciò garantirà la conservazione e la valorizzazione del patrimonio e sosterrà le attività culturali ed economiche che orbitano attorno al maniero, rafforzando il tessuto sociale ed economico della nostra Ragusa.”
Ultima in ordine di tempo, la nota diffusa oggi dal PD di Ragusa. “A seguito dell’incontro di ieri mattina in Prefettura sulla questione Partenariato Speciale Pubblico-Privato per il Castello di Donnafugata e alla successiva nota da parte della ex Provincia di Ragusa, commissariata da 13 anni, che annuncia la presentazione di una propria proposta progettuale, ci rendiamo sempre più conto che la gestione del maniero e della rete museale comunale sta generando troppi appetiti. Il sindaco revochi il bando impedendo che i beni del Comune siano gestiti da altri”. Così Peppe Calabrese e la segreteria cittadina del Partito Democratico di Ragusa commentano gli ultimi passaggi istituzionali sul tema del bando per l’affidamento in gestione del Castello di Donnafugata e di altri beni della città.
“Purtroppo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire – dichiarano Calabrese e PD Ragusa – e, come al solito, il sindaco confonde le critiche politiche con attacchi personali e, secondo lui, infamanti. Ciò su cui siamo fortemente contrari è che il Castello di Donnafugata (con il Museo del Costume) e Palazzo Zacco siano ceduti a chicchessia, per dieci anni più altri dieci di possibile rinnovo. Secondo il nostro modo di vedere è la rinuncia della politica a occuparsi del bene pubblico, è un’ammissione di incapacità a gestire il patrimonio collettivo.
Poi ci sono i dubbi sollevati da più parti sulla procedura: il sindaco non ce ne voglia male, ma la tempistica di pubblicazione del bando, per un solo mese nel pieno del periodo estivo, per la stragrande maggioranza dei cittadini ragusani è sembrata quantomeno sospetta anche perché non consente a eventuali concorrenti di preparare proposte adeguate rispetto ai criteri che lo stesso bando prevede. Siamo sicuri che anche Cassì, se non fosse stato il primo cittadino, avrebbe storto il naso davanti a un caso simile.
La proroga di un solo mese alla scadenza del bando, poi, sembra semplicemente la concessione di un contentino, pur di far cessare le polemiche. Ma, come detto, vogliamo andare oltre: la questione non riguarda semplicemente il bando, ma l’intenzione in sé di affidare i beni del Comune a terzi e su ciò il Partito Democratico di Ragusa esprime con fermezza la propria contrarietà”.
“In tutto questo – continua la nota diffusa dal PD – dobbiamo rilevare alcune cose: abbiamo appreso da un comunicato stampa del Libero Consorzio di Ragusa che la riunione di ieri si è tenuta a seguito di un’esplicita richiesta della Commissaria Valenti e non si è trattato, dunque, di una riunione per chiarire i dubbi sul bando espressi trasversalmente dalle opposizioni. Anzi, è servita proprio a consentire una mediazione tra Comune ed ex Provincia e “convincere”, per così dire, l’amministrazione a prorogare i termini del bando. Capiamo, quindi, il nervosismo che traspariva dalle dichiarazioni di Cassì subito dopo l’incontro che, a quanto pare, è stato una sorta di “trappola” per il primo cittadino.
L’atteggiamento del Libero Consorzio di Ragusa, cioè la ex Provincia commissariata da 13 anni, decidendo di entrare nel dibattito cittadino e facendosi parte attiva con l’annuncio di partecipazione al bando, è del tutto fuori luogo. Soprattutto quando si arroga il diritto di assumere la regia progettuale su un bene che è di proprietà del Comune. Infatti, la ex Provincia, fuori da ogni logica istituzionale, annuncia la convocazione di un’assemblea dei sindaci allargata alla deputazione e ad altri soggetti interessati non meglio precisati.
Da quando in qua il Comune di Ragusa deve rendere conto alla Provincia e agli altri “soci” del Consorzio di cosa intenda fare di un bene caratterizzante l’identità della città? Temiamo che qui si stia perdendo la concezione dei rapporti politici-istituzionali e tutta la faccenda, fin dall’inizio, stia rispondendo ad appetiti provenienti da più parti”.
“I beni comunali di Ragusa hanno tutte le carte in regola per essere ben valorizzati anche da una gestione totalmente pubblica, quindi chiediamo con forza che il bando sia ritirato sgomberando il campo da ogni sospetto – concludono Calabrese e la segreteria cittadina del PD – e se il sindaco pensa che non sia possibile migliorare la gestione del Castello con le sole forze del Comune si chieda, piuttosto, se è ancora il caso di mantenere per sé le deleghe al Turismo, alla Cultura e agli Eventi, e se ritiene ancora opportuno continuare a pagare profumatamente una consulente (ex assessore) che lo affianca su queste deleghe, evidentemente senza risultati apprezzabili”.