Leggi:

Mosaico

Chiesto il rinvio a giudizio per il Presidente dell’Ars, Galvagno. Si complica il quadro politico regionale

di Vincenzo Migliore -





La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno (Fratelli d’Italia), nell’ambito dell’inchiesta che ipotizza un sistema di favori, incarichi e finanziamenti pilotati a beneficio di imprenditori e collaboratori a lui vicini. L’udienza preliminare è stata fissata per il 21 gennaio davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppa Zampino.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e condotta dai pm Andrea Fusco e Felice De Benedittis, delinea un quadro pesante: corruzione, peculato, truffa e falso sono le accuse principali rivolte non solo al presidente di Sala d’Ercole, ma anche a una cerchia di fidati collaboratori e imprenditori, definita dagli inquirenti come un vero e proprio “cerchio magico” attorno al vertice dell’Ars.

Il “cerchio magico” e i finanziamenti pubblici

Tra i coindagati figurano l’ex portavoce di Galvagno Sabrina De Capitani, l’imprenditrice Marcella Cannariato (moglie, oggi separata, di Tommaso Dragotto, fondatore di Sicily by Car), e gli organizzatori di eventi Marianna Amato e Alessandro Alessi. Secondo l’accusa, Galvagno e De Capitani avrebbero “sviato le proprie funzioni pubbliche agli interessi privatistici” di imprenditori amici, garantendo finanziamenti dell’Ars per circa 235 mila euro a iniziative promosse dalla Cannariato in cambio di incarichi e nomine, anche a favore del marito della portavoce, inserito nel cda della società Sicily by Car.

Auto blu e viaggi privati

Un secondo filone dell’inchiesta riguarda l’uso improprio dell’auto di servizio dell’Ars, che sarebbe stata utilizzata per accompagnare amici e familiari del presidente in giro per la Sicilia, con fogli di viaggio falsificati o gonfiati. In questo capitolo dell’indagine è coinvolto anche Roberto Marino, autista di Galvagno, accusato di aver tratto vantaggio personale dagli spostamenti irregolari.

Gli altri filoni: Amata e Monterosso

L’imprenditrice Marcella Cannariato è anche al centro di un’altra tranche dell’indagine che coinvolge l’assessora regionale al Turismo Elvira Amata (anch’ella di Fratelli d’Italia): secondo la Procura, la Cannariato avrebbe assunto il nipote dell’assessora in cambio di agevolazioni e incarichi. Per questo filone, l’udienza preliminare è prevista per il 13 gennaio.

Parallelamente, Sabrina De Capitani è accusata di corruzione insieme all’ex direttrice generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso: avrebbero organizzato la mostra dell’artista italo-egiziano Omar Hassan (anch’egli indagato) ricevendo, in cambio, due quadri come compenso non dichiarato.

Un processo dal peso politico

La richiesta di rinvio a giudizio per Gaetano Galvagno arriva in un momento particolarmente delicato per la politica siciliana, già scossa da altre inchieste che toccano esponenti di punta di Fratelli d’Italia. L’eventuale apertura del processo non rappresenterebbe soltanto un colpo per il vertice dell’Ars, ma rischia di tradursi in un nuovo scossone per gli equilibri interni della maggioranza che sostiene il governo regionale.

In attesa dell’udienza del 21 gennaio, le accuse restano ancora da vagliare in sede processuale, ma il quadro che emerge dalle carte della Procura tratteggia — come scrivono i magistrati — “un uso distorto delle funzioni pubbliche a vantaggio di interessi privati, con l’impiego di risorse pubbliche come strumento di potere personale”.