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Cronaca

Catania. Becera escalation di violenza contro la compagna e la famiglia

di Alessandro Fragalà -





Aggressioni, calci, pugni e minacce: una escalation di violenze e maltrattamenti durata tre anni

Un uomo di 29 anni di Catania è stato allontanato dalla casa di famiglia e sottoposto al divieto di avvicinamento alla moglie e alla figlia minorenne, con l’applicazione del braccialetto elettronico, dopo che le indagini dei Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante, coordinate da un pool di magistrati specializzati nei reati di violenza di genere, hanno fatto luce su anni di violenze e minacce. Le indagini hanno svelato un quadro senza dubbio agghiacciante di violenze fisiche e psicologiche inflitte dall’uomo alla moglie di 21 anni, dal 2021 fino a maggio 2024. La donna è stata vittima di continui insulti, umiliazioni e aggressioni fisiche, anche in presenza della figlia minorenne. Minacce di morte che si sono estese anche ai familiari della donna. L’uomo, reso ancora più aggressivo dall’abuso di stupefacenti e psicofarmaci, sarebbe giunto a tentare di strangolare la moglie dopo averle sferrato un pugno in faccia, causandole un vistoso ematoma perioculare. 

Nell’aprile scorso l’uomo le ha morso un braccio. Il mese successivo la violenza è salita di livello: l’ha afferrata per i capelli, colpita con schiaffi e pugni e infine ha tentato di colpirla con una spranga di legno. La donna è riuscita a fuggire solo grazie all’aiuto di una vicina. 

Dopo quest’ultima aggressione, l’uomo ha lasciato la casa familiare, ma lo scorso giugno è entrato di nascosto nell’abitazione, distruggendo mobili e suppellettili. Ha poi svegliato la ex compagna, l’ha spinta a terra, afferrata per i capelli e picchiata con calci all’addome e alle gambe, reiterando le minacce verso lei e i suoi familiari con frasi tipo “Statevi attenti, guardatevi le spalle, siete tutti morti, a uno a uno vi abbatto” o “Io ammazzo te e la tua famiglia! A me mi costate due colpi di pistola ciascuno”.  Dopo questo ennesimo episodio di violenza, la donna ha trovato la forza di denunciare. Ha raccontato agli inquirenti le umiliazioni e le violenze subite negli anni, anche davanti alla figlia e ai genitori, tracciando agli inquirenti il clima di terrore che aveva inevitabilmente coinvolto tutta la famiglia. Le testimonianze raccolte hanno confermato le accuse mosse dalla donna, portando all’emissione della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie e alla figlia, con l’applicazione del braccialetto elettronico per monitorarne i movimenti in tempo reale. Questo caso rappresenta un triste esempio di violenza domestica e sottolinea l’importanza di denunciare per spezzare il ciclo di abusi e tutelare le vittime. Le Forze dell’ordine e la magistratura sono impegnate nel contrasto a questo fenomeno, ma è necessario anche un impegno da parte di tutta la società per sensibilizzare e prevenire la violenza di genere. 

I carabinieri ricordano che è possibile ricevere aiuto chiamando al numero antiviolenza e antistalking 1522.