Agrigento, marcia per il diritto all’acqua. In migliaia in piazza contro la crisi idrica
I cittadini di Agrigento scendono ancora una volta in piazza, protestando contro la crisi idrica che da mesi, ormai, attanaglia la città.
In migliaia, ieri sera, hanno scelto di aderire alla mobilitazione di massa finalizzata a rivendicare il diritto all’acqua. Rappresentanti del mondo dell’associazionismo, delle organizzazioni civili, della chiesa e moltissimi cittadini si sono radunati in Viale della Vittoria e hanno marciato pacificamente fino davanti alla Prefettura.
Striscioni, manifesti, fischetti e momenti di tensione, con manifestanti inferociti contro il presidente di Aica (Azienda Idrica Comuni Agrigentini), Settimio Cantone, la cui presenza al corteo è stata contestata. Si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine che hanno invitato il dirigente ad allontanarsi.
Circa tre mila i partecipanti in piazza al grido di “vogliamo l’acqua” hanno marciato da piazza Cavour al viale della Vittoria, fino a piazzale Aldo Moro, davanti alla sede della Prefettura, per sensibilizzare le istituzioni e chiedere aiuti concreti.
“Siamo stanchi di sentire sempre le stesse promesse non mantenute. I nostri rubinetti sono rimasti a secco anche per 60 giorni consecutivi – lamentano i cittadini, sollevando anche il problema di una rete idrica colabrodo che da tempo attende, invano, di essere rifatta.
La gente si organizza come può: “Siamo costretti a rifornici di acqua alla fontanella, con i bidoni – dicono – anche se il problema della mancanza di acqua ad Agrigento è datato, adesso, però, la situazione è divenuta insostenibile. Senza acqua non si può lavorare, senza acqua non si può fare accoglienza. E se oggi torniamo a manifestare – lamentano – è per dire no ad un disservizio che si protrae, ormai, da troppo tempo, provocando disagi di natura igienico-sanitaria ed economica, con molte attività costrette anche a chiudere i battenti per mancanza di acqua”.
“Se siamo arrivati a questo punto è colpa di anni di cattiva gestione ed assenza totale di organizzazione e di programmazione da parte del governo – denunciano gli agrigentini scesi in piazza, spinti dall’esasperazione per turni di distribuzione idrica non rispettati che in città lasciano alcune zona senza acqua anche per due mesi di seguito.
La manifestazione pacifica ha fatto poi sosta davanti alla Prefettura, dove è stata data lettura della richiesta di aiuto, recentemente inoltrata al capo dello Stato, Sergio Mattarella, per interventi urgenti atti a risolvere la crisi idrica che sta attanagliando Agrigento.
Il prefetto, Filippo Romano, che ha ricevuto una delegazione di manifestanti per raccogliere il documento delle richieste della cittadinanza, ha annuncianto i primi interventi: la firma, nelle scorse ore, di una nuova ordinanza che riguarda l’utilizzo, obbligatorio, dei mezzi della protezione civile regionale e del corpo Forestale dello Stato per dare acqua a tutti i Comuni che ne abbiano di bisogno, dando la priorità ai luoghi maggiormante svantaggiati.
Dalla Regione, intanto, annunciano che entro metà agosto nell’agrigentino sarà destinato il 20% in più di acqua, attraverso la realizzazione di nuovi pozzi.
È emerso nel corso di una recente riunione della cabina di regia regionale sull’emergenza idrica, presieduta dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, a cui hanno partecipato Roberto Di Mauro, assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità, Salvo Cocina, coordinatore della task force e capo della Protezione civile regionale, Giovanni Cirillo ed Enzo Greco Lucchina, rispettivamente presidente e direttore dell’Ati di Agrigento, Settimio Cantone e Claudio Guarneri, presidente del cda e direttore generale di Aica, gestore del servizio idrico integrato della provincia di Agrigento. Riunione che ha visto sul tavolo il progetto di realizzazione di nuovi pozzi e la riattivazione di altri già esistenti. Misure necessarie ad aumentare di quasi il 20 per cento la fornitura di acqua nelle case della provincia di Agrigento.