Agrigento, da Capitale della Cultura a Capitale delle Figuracce: bocciatura della Corte dei conti
Un anno che doveva rappresentare il riscatto di Agrigento, proiettandola al centro del panorama culturale nazionale ed europeo, rischia invece di essere ricordato come il simbolo delle occasioni perdute. La Corte dei conti, con un dossier di ben 144 pagine a cui fa riferimento Repubblica Palermo, ha messo nero su bianco quello che molti sospettavano: la macchina organizzativa di “Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025” è stata un colabrodo.
Agrigento Capitale Cultura 2025, il dossier della Corte dei conti
Parole pesanti riempiono le carte dei magistrati contabili riporta Repubblica: “profili d’incertezza”, “confusione significativa”, “ritardi rilevanti nella rendicontazione”, “assenza di coordinamento” e mancanza di verifiche sulla congruità dei costi. Una bocciatura senza appello che fotografa la gestione di oltre sei milioni di euro di fondi pubblici provenienti da Comune, ministero della Cultura, Regione Siciliana, sponsor, ticket e merchandising.
Il bilancio è impietoso: su 44 progetti previsti, soltanto 18 hanno fatto registrare un avanzamento di spesa. Altri tre, a settembre inoltrato, sono ancora “in fase di verifica di fattibilità”, mentre altri tre sono stati di fatto scaricati sui Comuni. Nel frattempo incombe il conto alla rovescia: entro il 25 settembre la Fondazione dovrà presentare controdeduzioni alla magistratura contabile, mentre l’udienza è fissata per il 7 ottobre.
Progetti incompiuti e gestione fallimentare
Non è la prima figuraccia di questo anno culturalmente “pirandelliano”, in cui le promesse hanno spesso superato la realtà. Dai ritardi nella programmazione degli eventi alla mancanza di una regia unitaria, fino alle polemiche per iniziative improvvisate e spese contestate, Agrigento ha trasformato quello che poteva essere un laboratorio virtuoso in un manuale degli errori amministrativi. Una parabola che lascia l’amaro in bocca non solo ai cittadini, ma anche a chi credeva che la Capitale della Cultura potesse davvero generare coesione, sviluppo e nuove prospettive economiche per la provincia.
Agrigento da Capitale della Cultura a Capitale delle Figuracce
La relazione della Corte è chiara: “Sussistono molteplici criticità organizzative, programmatiche e attuative che sollevano dubbi sull’effettiva realizzazione dell’obiettivo primario dell’iniziativa, ossia fare della leva culturale un volano di crescita sociale ed economica”. Una condanna che suona come la pietra tombale su un sogno inseguito per anni e che rischia ora di essere ricordato più per i fallimenti che per i successi.
Ancora una volta, Agrigento non ha saputo trasformare il proprio straordinario patrimonio in una concreta opportunità. Da Capitale della Cultura a Capitale delle Figuracce: il passo, purtroppo, è stato breve.
