Aggressioni personale sanitario, presa di posizione del presidente dei medici di Catania
Dal primo agosto al 20 agosto 2024 in Italia, ogni giorno, senza interruzioni, si sono registrate aggressioni personale sanitario: almeno un medico o un infermiere ha subito violenza durante lo svolgimento della propria attività.
“Non si tratta più di emergenza, la violenza contro gli operatori sanitari è ormai diventata endemica. Serve un cambio di rotta, apprezziamo lo sforzo del Governo nazionale, ma ciò che è stato fatto fin qui evidentemente non è bastato”. A parlare è Alfio Saggio, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Catania. “Nonostante l’inasprimento delle pene recentemente introdotto a livello normativo, l’attribuzione della qualifica di Pubblico Ufficiale al personale sanitario, l’aumento dei controlli e dei presidi di polizia, niente riesce ad arrestare questa ondata di violenza. L’opinione pubblica continua a vedere nei sanitari i veri responsabili dell’impossibilità di accesso alle cure”.
L’intervento del presidente Saggio giunge a poche ore dalla diffusione dei risultati dell’ultima analisi prodotta dall’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). Lo studio ha evidenziato un dato allarmante: dal primo agosto al 20 agosto 2024 in Italia, ogni giorno, senza interruzioni, almeno un medico o un infermiere ha subito violenza durante lo svolgimento della propria attività. Inoltre, negli ultimi 3 anni in Italia si è verificato un aumento del 40% degli episodi di violenze fisiche e psicologiche contro le donne che lavorano nella sanità.
Aggressioni personale sanitario “sono il sintomo chiaro di un rapporto di fiducia tra i professionisti della sanità e i cittadini che si sta sfibrando – ha aggiunto il presidente Saggio -. Alla base c’è un vuoto culturale. Non è accettabile quello che è accaduto recentemente in Puglia le istituzioni devono assumersi ogni responsabilità. Il primo passo è di certo quello di approntare un piano straordinario di assunzione di personale che possa ripristinare l’organico originario delle unità operative. Allo stato attuale i camici bianchi dei Pronto Soccorso operano condizionati dalla paura. I PS sono ormai luoghi di guerra. Occorrono interventi seri per tutelare l’incolumità fisica dei medici e la dignità della nostra professione. La collega recentemente aggredita in Puglia ha anche presentato le dimissioni. Questo è il rischio che si corre in una situazione di terrore che contribuisce ad alimentare la fuga di medici e infermieri dai nostri ospedali. Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato la propria disponibilità a valutare iniziative volte a proteggere maggiormente medici e infermieri, ora è arrivato il momento di far seguire alle parole i fatti”.