Rifiuti. La RAP ha un buco di bilancio di 10 milioni. Palermo invasa dalla spazzatura
Consiglieri comunali chiedono che sindaco Lagalla, assessori e vertici Rap riferiscano in aula sulla perdita di bilancio 2023 della “municipalizzata” RAP spa, che rivela un buco di circa 10 milioni di euro. Il Comune di Palermo, socio unico della RAP, avrebbe già dovuto formalizzare lo scorso maggio la ricapitalizzazione.
In sintesi la situazione sembrerebbe essere la seguente: il bilancio è in rosso di 5,8 milioni di euro, per garantire la continuità aziendale occorre un aumento di almeno 7,2 milioni. Inoltre un ulteriore possibile ammanco di 3 milioni pare derivi dalla sottostima di un fondo di svalutazione. Servirebbero quindi non meno di 10 milioni di euro.
Intanto in questi giorni, in coincidenza con il massimo afflusso turistico a Palermo, si registrano gravi disservizi relativi alla mancata raccolta della spazzatura. In molti quartieri del centro si accumulano mucchi di sacchetti maleodoranti e quant’altro.
Il consigliere comunale Massimo Giaconia (gruppo Progetto Palermo) denuncia sulla RAP che quella attuale è una crisi annunciata e chiede che Amministrazione Comunale e Governance Aziendale vengano in Aula per riferire al Consiglio e alla Città: «La perdita di circa 10 milioni di euro nel bilancio 2023 della RAP purtroppo non è una novità, ma certifica l’inerzia dell’amministrazione Lagalla nell’attuare le misure necessarie per risanare l’azienda, a partire dalla ricapitalizzazione. Come previsto nel Piano di Risanamento approvato dal CDA della RAP il 28 marzo 2024, di cui la giunta ha preso atto con delibera del 5 aprile 2024. Inoltre, tale risultato negativo dimostra che le tanto decantate misure correttive che l’amministrazione comunale si era impegnata ad adottare nel corso dell’esercizio 2023, indispensabili per mitigare la perdita di esercizio, sono state solo parzialmente attuate. Non si può attendere inermi il tracollo definitivo della RAP, come accaduto con il gruppo Amia, che alla fine è giunto al fallimento. Un epilogo analogo significherebbe un enorme danno per la Città, con gravi e irreversibili ripercussioni sul piano economico-sociale, occupazionale e sui servizi igienico-ambientali. Diventa quindi indispensabile che l’amministrazione, presto e senza indugio, si confronti con il consiglio comunale. Pertanto, chiedo al presidente del Consiglio Comunale di dedicare la prima seduta utile alla vicenda RAP, invitando Sindaco, assessori e uffici competenti affinché l’organo consiliare possa apprendere quali siano gli intendimenti del Comune sul futuro della RAP e dei suoi lavoratori e lavoratrici. Nel frattempo, il consiglio comunale avrebbe dovuto ricevere dall’amministrazione comunale le proposte di delibera di ricapitalizzazione e quella del nuovo contratto di servizio, che, secondo quanto imposto dall’ARERA, dovevano essere approvate dal consiglio comunale entro 30 giorni dalla deliberazione del PEF Tari 2024, ovvero entro il 30 maggio».
Sulla crisi Rap intervengono anche i consiglieri Fabio Giambrone e Alberto Mangano del nuovo gruppo consiliare AVS (Alleanza Verdi Sinistra): «Alla prossima conferenza dei capogruppo chiederemo la presenza, a partire dalla prima seduta utile, del Sindaco, degli assessori competenti, del ragioniere generale e dei vertici Rap per riferire in Aula in merito alla gravissima crisi finanziaria in cui versa la società dei rifiuti. Vogliamo vederci chiaro».
Continuano i consiglieri Giambrone e Mangano: «La città è sporchissima e le erbacce da tempo invadono strade e marciapiedi. L’aggravarsi della crisi economica di Rap non può che peggiorare le condizioni, specie in un periodo dell’anno in cui più alto è il numero dei turisti».
«Occorre intervenire subito per il bene di Palermo. Serve un’operazione verità. Il ruolo del consiglio comunale non può essere ancora una volta svilito. Per questo motivo – concludono Giambrone e Mangano – chiediamo a gran voce che i vertici dell’amministrazione e di Rap si aprano al confronto con i consiglieri, dicano quali sono i loro intendimenti per fronteggiare questa emergenza e, soprattutto, come intendono appianare le loro divergenze, che sono alla base di questa ennesima crisi».