Leggi:

Cronaca

Sgominato clan che controllava il settore degli imballaggi tra Catania e Ragusa (VIDEO)

di Alessandro Fragalà -





E’ stato sgominato il clan che tra Catania e Ragusa controllava il settore degli imballaggi. Alle prime ore del 12 giugno 2024, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa, insieme ai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, ha eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia etnea.

L’ordinanza riguarda 16 indagati accusati di vari reati tra cui “associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostanze stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati”, tutti aggravati dalla finalità mafiosa.

L’operazione, condotta dai Finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa, ha valorizzato i risultati delle indagini svolte dal 2016 al 2023. Le indagini, nella fase attuale del procedimento, hanno permesso di ricostruire: le dinamiche criminali dell’associazione mafiosa operante a Vittoria e in altri comuni della provincia di Ragusa, guidata da un esponente di spicco.

Ma anche i ruoli degli altri indagati, monitorandone le attività criminali sia durante la libertà che la detenzione del capo. Le più recenti attività investigative hanno rivelato che, durante la detenzione del leader del clan, un suo stretto collaboratore è stato nominato referente temporaneo dell’organizzazione. Dopo che il capo clan è stato posto agli arresti domiciliari nel gennaio 2021, ha usato la sua abitazione come base logistica per incontri riservati, riprendendo il controllo dell’organizzazione e riaffermando la sua influenza.

Il monitoraggio ha evidenziato che il gruppo criminale, avvalendosi della forza di intimidazione e della condizione di assoggettamento e omertà, ha commesso numerosi reati contro la vita, l’incolumità, la libertà personale e il patrimonio, controllando attività economiche, in particolare nel settore degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli. Il sodalizio ha combinato forza militare e strategie imprenditoriali, estendendo il suo potere mafioso e il controllo territoriale.

Sono emersi collegamenti con altri clan mafiosi, inclusi i “Santapaola-Ercolano” di Catania, i “Nardo” di Lentini e i “Rinzivillo” di Gela. I figli del capo clan hanno giocato un ruolo chiave nella gestione degli affari imprenditoriali nel settore degli imballaggi, usando l’assoggettamento mafioso per influenzare la concorrenza, eludendo il sequestro di beni del valore di 35 milioni di euro.

La consorteria criminale ha continuato a imporre la sua leadership nel mercato locale degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli, operando con modalità illecite e interagendo con altri malavitosi divenuti imprenditori. Sono emerse collusioni con imprese nel settore dei prodotti petroliferi che, grazie alla rete di relazioni del capo clan, si approvvigionavano di carburante illecito, aumentando il proprio giro d’affari.

L’arresto di un collaboratore del capo clan nell’aprile 2021, trovato in possesso di un’arma clandestina e droga, ha evidenziato gli interessi del gruppo anche nel traffico di droga, armi ed estorsioni. Il gruppo avrebbe effettuato intimidazioni per il recupero di stupefacenti forniti da altre consorterie e pianificato azioni di forza contro pregiudicati locali, sventate grazie all’intervento degli inquirenti.

Il GIP di Catania ha ritenuto sussistente un grave quadro indiziario nei confronti dei 16 indagati, disponendo la loro custodia cautelare in carcere. Questa attività investigativa si inserisce nel quadro delle azioni della Procura della Repubblica di Catania, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Ragusa per contrastare le associazioni mafiose e la “mafia imprenditrice”, al fine di proteggere il tessuto imprenditoriale e la libera concorrenza.