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Cultura

Vergine Odigitria, la patrona che ci indica la retta via

di massimilianoadelfio -





di GIUSEPPE LA ROSA
La Vergine Odigitria è una reliquia sacra e si riferisce ad una delle tre icone dipinte da San Luca Evangelista quando la Madonna era ancora in vita. L’iconografia ritrae la Madonna che tiene in braccio Gesù Bambino seduto e benedicente. La tradizione narra che tale icona fu trovata a Gerusalemme e portata a Bisanzio da Eudochia moglie dell’Imperatore Teodosio. Successivamente Eudochia, ormai vedova, la consegnò in dono a Pulcheria Augusta, devota credente e moglie di Marciano, regnante a Bisanzio nel 450 DC. La pia imperatrice, legata e devota a quella immagine, a Bisanzio costruì un tempio e lo dedicò a tale icona che da allora venne detta “S. Maria Odigitria”. Il termine Odigitria assume un alto significato simbolico perché prendendo il nome dalla retta via nella quale era costruito il Tempio, con S. Maria Odigitria si intende colei che “mostra la retta via”. I regnanti e il popolo di Bisanzio, allora prevalentemente cristiani, attribuirono a questa icona della Santa Vergine prodigi e miracoli salvando nei secoli la città da calamità e guerre. Nacque la tradizione della solenne processione, durante la quale l’icona originaria di Gerusalemme, veniva mostrata al popolo per essere adorata e contemplata. Seguivano riti di ringraziamento per le grazie ricevute o per le vittorie ottenute sui nemici. Nel maggio 1453, in seguito all’assedio a cui seguì la presa di Bisanzio da parte degli Ottomani guidati da Maometto II, tale icona fu distrutta. Di questa icona furono per fortuna realizzate alcune copie anche ispirate dalla tradizione orale (e quindi portatrici di piccole differenze), in diverse epoche e in diversi luoghi, che servirono a diffondere il culto della S. Maria Ogiditria presso le Chiese d’ Oriente, con rito ortodosso, e presso le Chiese d’ Occidente, con rito cattolico. A Roma nel 1596 viene censita una Chiesa dedicata alla Vergine Odigitria; questa Chiesa aveva annesso un ospedale e una foresteria per i pellegrini poveri che arrivavano a Roma per i santi pellegrinaggi. Non è escluso che ci fosse un diretto contatto con la città di Costantinopoli e tutto il bacino orientale dell’Europa, dal quale arrivavano i fedeli cristiani a venerare i luoghi nei quali S. Pietro e S. Paolo avevano iniziato la loro evangelizzazione. Il Capitolo Vaticano nell’agosto 1650 incoronava tale immagine; il 12 gennaio 1973, con bolla papale sua Santità Paolo VI conferisce a tale icona il titolo di “diaconia cardinalizia”. Il 13 dicembre 1974 l’Arcivescovo di Palermo Salvatore Pappalardo benedice con il titolo “Santa Maria Odigitria dei Siciliani” la nuova icona della Madonna, dono del Patriarca di Costantinopoli Atenagora I. In Sicilia, nel VIII secolo, i soldati siciliani che avevano partecipato nel territorio di Bisanzio alle battaglie in difesa dell’Impero romano d’ Oriente contro gli attacchi dei Saraceni, ritornando vincitori e con poche perdite, avevano introdotto in Sicilia il culto della “Vergine Odigitria Madonna di Costantinopoli”, come loro Vergine protettrice che indicava la “retta via”. Suppongo che la cultura siciliana abbia alimentato e adottato la venerazione della Madonna di Costantinopoli in quanto protettrice del maschio, perno sentimentale ed economico all’interno della famiglia tradizionale, che ritorna sano e salvo dalla spedizione militare in difesa della cristianità e viene restituito alla famiglia e alla sua terra di origine.Tale Madonna pertanto divenne Vergine protettrice di tutti i Siciliani e quindi Patrona della Sicilia già nel Medioevo: viene celebrata sia nella parte orientale dell’isola che in quella occidentale ed il calendario liturgico ne prevede la celebrazione il primo martedì dopo Pentecoste. Nel 1807 a Lercara Friddi, presso il torrente Lantri, fu rinvenuta da parte di una ragazza undicenne del paese, Oliva Baccarella, una lastra di pietra scalfita con l’icona della “Madonna di Costantinopoli”, che riproduce la effige originaria di San Luca Evangelista. Per la Sicilia a Lercara si registra l’unico ritrovamento di tale icona. Evidentemente si era diffusa nell’isola il culto di questa “Patrona” a tal punto da impegnare diversi artisti e artigiani nella riproduzione di tale immagine. Come nel modello originario di Costantinopoli anche a Lercara Friddi, viene costruita una Chiesa, nel 1840, con la caratteristica di trovarsi alla fine di una “retta via”; l’icona in essa custodita viene tutt’ora venerata e ad essa è dedicata una processione in data 20 agosto, come la stessa avveniva a Costantinopoli. Sulla Madonna Odigitria sono stati scritti diversi testi letterari, poesie e composizioni musicali, delle quali certamente dedicata all’Odigitria, come Patrona della Sicilia, è il brano dal titolo “W la Sicilia e Santa Odigitria, Patrona di Sicilia” del Maestro Giuseppe La Rosa.