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Cronaca

Catania riflette dopo lo stupro, il questore: “Dovete avere fiducia”

di Alessandro Fragalà -





di ALESSANDRO FRAGALÀ
Catania è una città sicura? La domanda nasce spontanea direbbe il giornalista ormai novantenne Antonio Lubrano. Ma non solo lui. La domanda da qualche giorno se la pongono in tanti, perché purtroppo servono sempre gli scossoni, i fatti gravi, per occuparsi delle cose e dei problemi. È un problema prettamente italiani su cui, difficilmente, si può far qualcosa. Tornando alla domanda. La violenza sessuale perpetrata ai danni di una ragazzina di 13 anni alla Villa Bellini lo scorso 30 gennaio, ha riaperto una questione che, in realtà, non si è mai chiusa. A prescindere dalla nazionalità degli indagati che, inevitabilmente, ha aperto una scia di polemiche infinite sulle questioni legate al fenomeno dell’immigrazione, l’episodio della Villa Bellini ha scosso le coscienze dei catanesi e, nello stesso tempo, ha fatto riemergere timori e paure, evidentemente non del tutto sopiti. Catania è sicura? Catania è pericolosa per i nostri ragazzi? La risposta, sostanzialmente, è un’altra domanda: di cosa ha bisogno Catania per potersi considerare una città sicura? È necessario potenziare i controlli e la presenza delle forze dell’ordine? Ed eccoci finalmente ad una risposta che prova a dare il questore etneo Giuseppe Bellessai, intervenuto, proprio alla Villa Bellini al ricordo e alla deposizione di una corona di fiori davanti alla targa commemorativa in memoria della figura di Giovanni Palatucci, ultimo Questore della città di Fiume, medaglia d’oro al merito civile e Giusto tra le Nazioni. “Non penso – ha detto il questore – che fatti di questo genere possano iscriversi soltanto ed esclusivamente alla necessità di maggiori controlli. Si tratta di un fatto che, evidentemente, richiama l’attenzione di tutte le istituzioni cittadine e chiaramente richiama anche la nostra attenzione”. Un’attenzione già alta che, però, ai cittadini non basta. “Non sarà sfuggito a nessuno – prosegue il questore Bellassai – il fatto che in questi mesi si sia cercato di dare un impulso maggiore al controllo del territorio, nei quartieri e in particolare nel centro storico. È chiaro che l’episodio che si è verificato sia assolutamente tragico, ma è chiaro anche che questo deve farci riflettere sulla necessità di fare ancora di più. È quello su cui stiamo ragionando insieme al Prefetto e insieme alle altre forze dell’ordine, per poter dare alla cittadinanza catanese le risposte che attende e che merita di avere”. Inutile aggiungere come le forze di polizia, già ridotte all’osso, vivano difficoltà abnormi anche nella semplice gestione della quotidianità. Ma nello stesso tempo un segnale alla collettività va dato e va dato in fretta, per evitare che simili situazioni possano ripetersi e che la sfiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine possa portare a vendette personali che, in casi estremi, potrebbero anche sfociare in un’arcaica legge del taglione che ci riporterebbe, senza macchina del tempo, in epoca babilonese e al Codice di Hammurrabi. Per fronteggiare il problema serve che questo venga affrontato dalla politica e dalla politica, negli ultimi giorni, arriva la proposta di aumentare gli uomini prestati dall’esercito al presidio della legalità nelle città. “Io rispondo per quello che mi riguarda – conclude il questore di Catania – e credo che le nostre forze e le nostre professionalità ottimizzate nel modo giusto, messe insieme e in questo caso intendo tutte le risorse di polizia presenti sul territorio, con la collaborazione tra tutti gli enti istituzionali, possano dare delle risposte. Le migliori possibili e quelle più adeguate”. Concetto chiarissimo che tradotto significa “possiamo farcela da soli, ma dovete avere fiducia”. Non è facile, perché la ragazzina violentata davanti agli occhi del fidanzato, bloccato e vessato dagli egiziani, è un po’ la figlia di tutta Catania. Una violenza, sia per come è stata perpetrata, sia per l’età della vittima, che non si riesce a digerire facilmente e che Catania difficilmente riuscirà a cancellare dalla memoria storica della città.