“Liberiamo la Sicilia” Nasce il comitato delle minoranze
Per la prima volta insieme Movimento 5 Stelle, Sud Chiama Nord e Partito Democratico hanno convocato una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni per presentare un comitato per la Sicilia in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, ma anche e soprattutto – anche se lontano – a quello delle prossime elezioni Regionali. Le tre forze di opposizione all’Assemblea Regionale Siciliana stanno costruendo un “Comitato di liberazione della Sicilia” per, appunto, liberare la Regione dai comitati di affaristi, perché “In ogni segmento di amministrazione di questa amministrazione c’è una visione lobbistica, politico-mafiosa e affaristica” sostengono i tre leader.
Secondo quanto presentato a Palermo, il progetto dovrà partire con anticipo, quindi almeno due anni prima della scadenza naturale di questa legislatura guidata dal centro destra. Un progetto su cui, dicono, si dovrà lavorare con uno schema definito, con la ricerca di una sintesi che coinvolga elettori e territorio. A ideare il Comitato i tre leader dell’opposizione: Michele Catanzaro del Partito Democratico, Cateno De Luca di Sud Chiama Nord e Antonio De Luca del Movimento 5 Stelle.
L’idea è quella di un “Programma unitario” tra i tre partiti “che metta da parte le differenze” per “creare una visione di Sicilia che sia condivisa con i siciliani, con il territorio e quindi ampiamente discussa e che parta per tempo” ha dichiarato il leader dei pentastellati siciliani.
L’obiettivo inoltre è quello di far riconoscere il “Comitato di Liberazione” come un’offerta politica concreta e unita e non “come un’accozzaglia, una somma di voti, di candidati e di liste che invece è quello che ha prodotto il governo Schifani” ha continuato De Luca. A dare manforte alle parole dell’alleato, interviene il leader del Pd siciliano: “Stiamo dimostrando che il nostro lavoro è alternativo a questo governo” ha detto Catanzaro.
“C’è una coalizione di destra-centro che rimane in piedi solo per la gestione del potere e non per gli obiettivi e i temi che interessano i siciliani”. Perché, spiegano, sono tanti gli obiettivi che il governo a marchio Schifani voleva realizzare, ma, spiegano, “In questo anno non abbiamo visto molto” e quello che arriva non è pensato “per il bene dei siciliani” e non è “in prospettiva” rispetto alle categorie su cui si deve intervenire. Tutto è stato fatto “concentrandosi sulla campagna elettorale delle prossime Europee” ha sottolineato Catanzaro, “Noi, invece, ci stiamo incontrando sui temi per cercare di portare il nostro lavoro anche fuori dall’Assemblea regionale e insieme possiamo costituire un qualcosa di importante” ha concluso.
A guardare verso il futuro, al comitato per la Sicilia e a tirare frecce al veleno verso il governo regionale, come lanciando una sfida al governatore è il leader di Sud Chiama Nord, Cateno De Luca. “Noi tre insieme siamo la maggioranza dei siciliani, lo dicono i numeri, e quindi la Sicilia è governata da una minoranza” ha dichiarato. Per poi sottolineare le “mancanze” del governatore Schifani, che in un anno ha inanellato “assenze da record”, come mai prima: “Non si è mai visto un presidente che non presiede in Aula alle sedute di Legge di Bilancio, ma partecipa solo quando deve intimorire e intimidire gli alleati”.
E non termina qui, sempre attaccando il governatore Schifani, il deputato rimarca: “Non compare mai, fa le sue trattative con lo stato e continua a vendere le risorse dei siciliani come sta facendo per il ponte sullo Stretto di Messina”.
E se alcune frecce sono state scoccate, molte altre sono in costruzione. Il progetto è sì di lungo periodo verso le prossime Regionali, ma dietro l’angolo ci sono altri appuntamenti elettorali. Per le elezioni Europee, per esempio, si voterà con il proporzionale e ogni partito punterà a massimizzare il proprio risultato e, di certo, il centrodestra sembra essere un po’ spaccato sulle nomine. “Noi ci saremo” ha detto Cateno De Luca. “Il 2 marzo ufficializzeremo la nostra scelta noi andiamo avanti perché è giusto che ci organizziamo”. Un annuncio che per la maggioranza potrebbe prendere le forme di una minaccia.