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Palermo e munnizza: così le periferie sono invase dai rifiuti

di Redazione -





Nel celebre film “Johnny Stecchino” quando si parlava delle piaghe della città di Palermo si faceva riferimento al “ciaffico”, o meglio al traffico cittadino: sicuramente se ci fosse un remake del capolavoro di Roberto Benigni, oltre al traffico bisognerebbe parlare anche di “munnizza”. Ce lo vediamo lo zio di Johnny che in auto, parlando dei problemi della città, esclama: “La piaga che infama Palermo è la munnizza”. Un’emergenza atavica, tentacolare, il cittadino palermitano è ormai rassegnato a vivere tra i rifiuti, in particolare nella periferia della città. Dallo Sperone a Brancaccio, e poi Cep, Romagnolo, Falsomiele, Corso dei Mille: la cartina geografica dei quartieri inondati dai rifiuti, è decisamente ampia. Si salva solo il salotto cittadino, ovvero il quadrilatero che va dal Politeama a via Libertà, con via Dante e tutte le vie limitrofe. Poi attorno al cuore dell’urbs i rifiuti diventano addirittura parte strutturale anche di strade e marciapiedi. Nel quartiere di Bonagia molti residenti devono addirittura fare lo slalom tra l’immondizia per uscire da casa. Tra la Rap, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti e l’amministrazione comunale di Palermo, è intanto battaglia di responsabilità. Un j’accuse che dura da mesi. La Rap, tramite il presidente Giuseppe Todaro, sostiene di avere poco personale e i mezzi guasti; il sindaco di Palermo Roberto Lagalla però dà un aut-aut alla partecipata del Comune: “Occorre un cambio di passo definitivo entro l’estate oppure sui rifiuti si metteranno in campo altre soluzioni”. E quando gli si fa notare che l’azienda di Milano e di 16 cittadine dell’hinterland utilizza 3.100 uomini per gestire la raccolta e lo smaltimento di 3,5 milioni di abitanti, mentre per i 650 mila abitanti di Palermo il personale è di 1.400 unità. Lagalla fa presente che “ci sono quattrocento impiegati in Rap che hanno limitazioni funzionali certificati dai medici. Per cui è vero che le assunzioni vanno fatte, ma un viaggio a Lourdes – ironizza il sindaco – non guasterebbe”. Lagalla è intervenuto anche sulla questione contratti tanto sbandierata dalla Rap: “Se l’azienda smetterà di fare contratti di secondo livello al rialzo, potrà fare anche 400 assunzioni”.
E intanto continuano senza sosta i roghi dei rifiuti in città. Gli incendi sono stati appiccati in via Sperone, in via Savonarola, in via Pino Puglisi, via della Resurrezione, via Maggiore Toselli, via Amedeo d’Aosta e in via Tiro a Segno. I pompieri hanno evitato che le fiamme si propagassero alle auto parcheggiate. Lungo le vie interne che portano al Policlinico, nonostante il passaggio nei giorni scorsi delle squadre di piazzetta Cairoli, sono ancora tanti i cassonetti stracolmi – e in alcuni casi nascosti – di immondizia: via Paolo Emiliano Giudici, via Perez e via Vincenzo Mortillaro sono ancora in difficoltà e i residenti si sono ormai arresi. Le scene non cambiano nella zona di via Tiro a Segno, dove nei giorni scorsi sono stati appiccati alcuni roghi, e nelle zone interne alla via Messina Marine: alle spalle dell’hotel San Paolo, a pochi passi da uno degli autoparchi della Rap, i cassonetti ospitano da giorni sacchetti e ingombranti, alcuni anche bruciati. Così anche in via Salvatore Cappello, a Romagnolo. “Siamo stanchi, esausti – racconta un residente del quartiere Guarnaschelli – l’immondizia è così tanta che non riusciamo nemmeno ad aprire la finestra, anche perché vista la montagna di spazzatura ci siamo ritrovati praticamente i topi dentro casa. Una situazione di grande degrado”. Gli fa eco anche il parroco del quartiere, Don Ugo: “Tra roghi e spazzatura ogni sera c’è un’aria irrespirabile, i bambini nemmeno possono giocare fuori per strada perché è zona rossa, ci sono topi dovunque”. Rap ha intanto già iniziato il recupero degli arretrati grazie anche all’ausilio di pale meccaniche oltre a squadre speciali. Interventi eseguiti già in viale Michelangelo, via Di Cristina, via Avolio, via XXVII Maggio, via Pecori Giraldi e piazza Achille Grandi. Previsti interventi su diverse postazioni interne dell’area di corso Pisani, Romagnolo, Zisa, Sperone, Falsomiele e Stazione Centrale.
Dalla Partecipata fanno sapere che stimano un recupero degli arretrati “in cinque-sei giorni lavorativi”, ma a preoccupare l’azienda palermitana è il ponte dell’Epifania. In particolare, come già manifestato qualche giorno fa, “gli abbandoni e dal mancato rispetto delle regole sul conferimento in cassonetto nei giorni festivi”.