Cosa nostra batte cassa per il pizzo natalizio
In prossimità delle feste natalizie è risaputo che Cosa nostra inizia a battere cassa tentando di riscuotere il pizzo presso esercizi commerciali e imprese. A Palermo, proprio per questo, l’associazione “Addio Pizzo” ha organizzato una serie di iniziative per informare studenti e commercianti sull’importanza della denuncia.
“Già diversi commercianti della zona li abbiamo accompagnati in questo percorso di libertà dal pizzo” ha detto Chloé Tucciarelli volontaria dell’associazione. “Ci sono parrucchieri, commercianti di abbigliamento e titolari di onoranze funebri della zona di Corso Calatafimi che hanno iniziato a collaborare e denunciare il pizzo. Dal 2006 ne abbiamo assistiti circa 300, ma sono pochi rispetto ai tanti che ancora adesso pagano”.
A denunciare anche un noto parrucchiere palermitano, Francesco Arancio: “Stava per nascere mia figlia – racconta l’imprenditore – e mentre ero in sala operatoria con mia moglie, ricevetti una telefonata da parte di un mio collaboratore che mi disse che qualcuno voleva incontrarmi per parlare. Capì subito che si trattava di richieste di racket. Pensate come dovevo sentirmi: da un lato la gioia per la nascita della mia prima figlia, dall’altro invece la paura di dover affrontare queste persone”.
Le notti che non passano mai, i dubbi che si intrecciano con l’ansia, poi però la scelta migliore: “Denunciai subito – afferma Arancio – e i miei potenziali aguzzini furono arrestati. Se ho avuto paura? Certo, ma adesso sono un uomo libero, ai commercianti dico di denunciare e non piegarsi. Non è questa la strada. Fare impresa è possibile ma nessuno deve toccare il pane dei nostri figli”.