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Ponte sullo Stretto e spese Nato, Bloomberg: “Italia fa contabilità creativa”

di Enzo Scarso -





Una notizia rilanciata da Bloomberg agita il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina. L’agenzia finanziaria scrive che negli Stati Uniti guardano con sospetto all’ipotesi di conteggiare parte delle risorse per la grande infrastruttura italiana come contributo alle spese Nato. Il termine utilizzato è netto: “contabilità creativa”.

L’avvertimento degli USA sul Ponte sullo Stretto

A riportarlo in Italia è il Corriere della Sera, che riprende le dichiarazioni dell’ambasciatore americano presso l’Alleanza atlantica, Matthew Whitaker. Il diplomatico ha voluto mettere in guardia l’Italia. Secondo Bloomberg, il governo starebbe valutando di includere il Ponte tra le spese legate alla difesa.

“Anche oggi — ha dichiarato Whitaker — ho avuto conversazioni con alcuni Paesi che stanno adottando una visione molto ampia della spesa per la difesa. Ma l’obiettivo del 5% deve riguardare specificamente la difesa e le spese correlate. Seguo con molta attenzione”, ha concluso.

Perché il Ponte divide gli alleati

L’intervento apre un fronte delicato. Se da un lato il Ponte viene presentato come un’infrastruttura strategica per la mobilità nazionale e la proiezione mediterranea dell’Italia, dall’altro l’idea di inserirlo nei calcoli Nato rischia di generare malumori tra gli alleati, proprio mentre il tema delle spese militari è al centro della discussione internazionale.

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