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Cultura

Così va in pezzi il Santuario “La Sicilia deve mobilitarsi”

di massimilianoadelfio -





La guglia a forma di lacrima rovesciata che sovrasta il santuario mariano di Siracusa è un canestro che filtra acqua e allaga la basilica. I volontari allora tirano fuori decine di bacinelle, azzurre come il manto della Madonna, e raccolgono l’acqua piovana aspettando che si riempiano per sostituirle. Un atto di devozione. Come quello richiesto ai tecnici addetti al funzionamento delle due telecamere (una puntata sull’altare maggiore e l’altra su un altare laterale dove vengono celebrate le funzioni quotidiane) che sistematicamente si guastano, privando i fedeli a casa, anche quelli molto lontani, di essere presenti via streaming. Da settimane è fuori uso quella laterale e non si riesce a trovare non il denaro per ripararla ma il danno, dovendo fare tutto in casa, anzi in chiesa. Anche l’enorme guglia ha bisogno di un buon controllo, così come tutta la struttura, che ha solo trent’anni ma ne dimostra il triplo.

La basilica minore Madonna delle lacrime, l’unico luogo di culto al mondo dove la Vergine non è apparsa a dei pastorelli ma ha manifestato la sua presenza a tutta la città, anche quella atea, piange essa stessa. Da un anno è stata eliminata la piccola rivendita di oggetti preziosi e souvenir gestita da una parrocchiana che non aveva mai il resto da dare, segno evidente di cassa vuota. La suggestiva cripta sotterranea, fino a qualche tempo fa luogo di celebrazioni in aggiunta a quelle continue della basilica, ha smesso la sua funzione principale. Il telefono del centralino, dove una volta rispondeva una operatrice, oggi dirotta automaticamente a numeri interni che rimangono quasi sempre muti. Non si vedono più, come in passato, le file di fedeli in attesa davanti ai confessionali e anche d’inverno il santuario rimane chiuso dalle 13 alle 16. Per sostenersi non ha esitato ad aprire la sua sala convegni anche a riunioni addirittura politiche, nel segno di un regime che assomiglia molto a quello di crisi.

 
Cosa succede al santuario dove la Madonna ha versato lacrime dichiarate umane? Calo di fede o di interesse? Le messe domenicali, pur ridotte di numero, continuano a registrare presenze in linea con le frequenze storiche, in verità mai state straripanti. I siracusani sono legati alla loro “Madonnina” ma prenotano viaggi innanzitutto a Lourdes, la meta religiosa più richiesta. Una delle agenzie di viaggio siracusane più affermate, la Boccadifuoco, attesta tour operator che organizzano pellegrinaggi persino a Medjugoje, dove è sorta in pochi anni una industria del turismo religioso che fa impallidire il misero giro aretuseo: con la differenza che il santuario siciliano è stato consacrato da Papa Giovanni Paolo II (il quale, si è saputo da poco, ha voluto al proprio capezzale il quadro miracoloso), mentre il tempio bosniaco non è stato neppure riconosciuto dalla Chiesa e l’apparizione della Madonna viene tenuta fortemente in sospetto di falsità. Ciononostante gli stessi destinatari e testimoni del prodigio di settant’anni fa preferiscono la voga del momento al tesoro di fede che hanno in casa.

In dubbio sono anche i dati circa il flusso di pellegrini che il santuario fornisce. Secondo dati certi, relativi al 2012 e al 2013 e limitatamente ai gruppi che prenotarono all’apposito ufficio, i visitatori furono 24 mila e 37 mila. Non è dunque possibile che dieci anni dopo si siano più che decuplicati. La sensazione è che i numeri possano essere molto più bassi di quelli ventilati e resi noti, per cui moltiplicarli equivale a tenere accesa una fiamma che invece va spegnendosi inesorabilmente, non certo per colpa della diocesi. Lo sforzo del rettorato appare strenuo e generoso, pari al disinteresse di enti come Regione (nel cui novero il tempio fa parte dal 2019 come santuario regionale), Comune e imprese private che finanziano copiosamente le sagre e i raduni ma non fanno nemmeno la finta di apparire vicini al loro massimo luogo di culto. Che potrebbe costituire il principale attrattore di una città d’arte che sappia tener sullo stesso grado turisti e pellegrini.