La nostra inchiesta su Ragusa ha colto nel segno: scomposta reazione del Dg Nitto Rosso
L’identità è un giornale libero, che ha prodotto un’inchiesta importante sulla provincia di Ragusa. L’ente continua ad amministrare oltre 200 milioni di euro l’anno, soldi pubblici che vanno spesi con criterio, nel rispetto della legge e dell’etica pubblica. Tutto ciò che abbiamo raccontato è basato su fatti concreti, e supportato da documenti inoppugnabili.
Come tutte le inchieste che colpiscono nel segno, la nostra ha suscitato molte reazioni, politiche e non solo. Innanzitutto è stata approvata all’ARS una mozione firmata da tutti i deputati di tutti i partiti – fuorché da Stefania Campo del M5S – nella quale si chiede a Renato Schifani di sospendere le procedure concorsuali in attesa delle elezioni provinciali previste ad aprile. Un segnale importante, sul quale aspettiamo la reazione del Presidente. Poi, nella giornata di ieri, vi sono state ben due conferenze stampa parallele in provincia. All’on. Di Pasquale è stato negato l’uso dei locali dell’ente (viva la democrazia!) dunque la sua conferenza è stata condotta sulle scale dello stesso. L’uso è stato invece concesso al DG Nitto Rosso, accompagnato da molti dipendenti, dei quali ci chiediamo se vengano pagati anche per assistere a conferenze stampa in orario di lavoro. Rosso si è prodotto in un incredibile monologo autoassolutorio, nel quale ha esaltato sé stesso e le sue infinite qualità umane ed amministrative, nemmeno fosse in un’intervista domenicale a piena pagina su La Sicilia. Nello show senza contraddittorio, ha detto più volte di aver subito un’estorsione. “Ho presentato una denuncia per estorsione ritengo che la nostra attività è contaminata da questi elementi esterni che esulano dalla critica politica per utilizzare l’arma della diffamazione per costringerci a fare delle cose contrarie al nostro dovere d’ufficio che comunque non faremo, perché noi non cederemo a questo ricatto”. E’ molto amaro che di fronte a un’inchiesta rigorosa, un uomo pagato con soldi pubblici non risponda mai nel merito dei fatti elencati e documentati, ma reagisca con un’accusa così violenta, proprio nella terra dove le estorsioni le fa la mafia, a causa delle estorsioni migliaia di famiglie siciliane vivono in un incubo e alcuni eroi civili come Libero Grassi sono morti assassinati. Rosso ha poi aggiunto che per colpa dell’inchiesta il suo papà (al quale naturalmente auguriamo salute e benessere), ha rischiato di morire, e ha dichiarato che Renato Schifani non ha alcuna intenzione di accogliere la mozione firmata da tutti i deputati regionali. Ci chiediamo se davvero il Presidente, piuttosto che valutare l’azione politica del Parlamento ha scelto di trascurarla annunciandolo al DG ragusano, che in quella mozione non viene mai citato. Come mai Schifani ne parla proprio con Rosso? Per legge nessuno può occupare un ruolo da dirigente pubblico se negli ultimi due anni ha avuto una carica politica, ma Rosso – che da fonti di stampa risulta nel novembre 2023 segretario provinciale di Azione – ha dichiarato che la Valente le ha dato un mandato “pieno e assoluto” (secondo quale norma?), aggiungendo serenamente “ho molto potere, sì, è vero, ho molto potere”, e anche “Io sono un tecnico, un manager la politica mi ha chiesto questo: tu non puoi fare politica io non mi candido al comune di Ragusa”, e viene da chiedersi da quanto tempo gli hanno chiesto di non fare politica, più o meno di due anni? Poi però ha ricordato che Stefania Campo e Francesco Aiello sono politicamente distanti da lui: ma come? Non è un tecnico, un manager? E quali aziende ha guidato questo grande manager? Con quale fatturato? Infine, una sviolinata meravigliosa su Stefania Campo, che era lì accanto a lui e non aveva firmato la mozione all’ARS, al contrario di tutti i suoi compagni di partito, Nuccio Di Paola in testa. Ecco il commovente ritratto: “Persona di mia fiducia, carissima amica, persona di grande cultura su cui ho affidato molte delle mie attività perché le ho ritenute realmente pertinenti e necessarie per il territorio, come l’acquisto di due docufilm, uno per la fondazione Gesualdo Bufalino, e un altro per parlare delle miniere di pece”. In questo italiano creativo (avete notizie della tomba di Bufalino?), un DG cuffariano, della cui assunzione vi abbiamo ampiamente documentato, anziché rispondere con fatti, esalta una deputata cinquestelle anche per l’acquisto di un film realizzato dall’ex-assistente della stessa. Chissà che ne pensano Nuccio Di Paola e il leader nazionale Giuseppe Conte, di tale corrispondenza d’amorosi sensi. Noi pensiamo, alla fine di questo show, che quando si fanno certe dichiarazioni, se ne risponde nelle sedi opportune.