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Un nuovo laboratorio politico nel cuore di Palermo: Grande Sicilia

di Vincenzo Migliore -





Una riunione densa di significati e di ambizioni quella che si è tenuta allo Stand Florio di Palermo, dove i fondatori di Grande SiciliaRoberto Lagalla, Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè — hanno riunito vertici e sostenitori per fissare la rotta del movimento. L’obiettivo è chiaro: presentarsi alle prossime elezioni regionali con una lista autonoma, capace di rappresentare “un centrodestra moderno, autonomista e aperto al confronto”.Non un partito in più, ma un progetto che — nelle intenzioni dei promotori — vuole “mettere insieme esperienze e idee diverse” per costruire una coalizione vincente, in grado di proporre soluzioni concrete e innovative per la Sicilia.

“Costruire, non dividere”: il manifesto del movimento

Nel documento diffuso dopo l’incontro si legge che il vertice “ha segnato un passo decisivo verso il lancio di un nuovo percorso politico che ponga al centro l’interesse della Sicilia e dei siciliani”.Grande Sicilia punta a liste competitive e radicate nel territorio, fondate sui valori dell’identità isolana, dell’ascolto, della buona amministrazione e dello sviluppo sostenibile. Una bussola, quella tracciata dai fondatori, che guarda alla concretezza e al riformismo.“Grande Sicilia nasce per unire le migliori energie della regione — recita la nota — dando voce a chi crede in una politica capace di ascoltare, innovare e costruire futuro.”

Miccichè: “Un incontro di idee e rispetto”

Tra gli interventi più significativi, quello di Gianfranco Miccichè, che ha voluto sottolineare il clima costruttivo del vertice: “Mi è piaciuta molto la riunione di ieri, non solo per le decisioni prese, ma per il livello qualitativo delle persone presenti. È stato un incontro ricco di contenuti, di idee e di rispetto reciproco, in cui si è respirata la volontà reale di costruire insieme.” Parole che confermano la volontà di rimettere in movimento il centrodestra siciliano, aprendo però a una nuova fase di dialogo interno e di rinnovamento.

Il triangolo Lagalla–Lombardo–Miccichè

L’asse dei tre leader, spesso definito ironicamente “il triumvirato del centro autonomista siciliano”, si presenta oggi come una piattaforma di equilibrio e mediazione all’interno del centrodestra. Se Lagalla rappresenta la continuità istituzionale, Lombardo l’anima autonomista e Miccichè l’esperienza politica di governo e di partito, il movimento intende posizionarsi come cerniera tra moderati e territorialisti, con l’ambizione di contare nei futuri assetti regionali.

Verso le Regionali 2027

Grande Sicilia guarda già oltre le amministrative del 2026 e prepara il terreno per le Regionali del 2027, quando — con ogni probabilità — il centrodestra dovrà ridefinire leadership e alleanze. Nel frattempo, i promotori puntano a rafforzare la rete territoriale e a consolidare la presenza nelle province, con comitati locali e momenti di confronto pubblico. L’idea di fondo è che la Sicilia, da terra di fratture politiche, possa tornare laboratorio di una nuova stagione di sintesi, dove le diversità non siano più ostacolo ma risorsa.