Sicilia, il cuore del Mediterraneo digitale: cavi sottomarini e sovranità tecnologica
Non più periferia, ma piattaforma strategica del Mediterraneo digitale. È questa la visione che emerge dalle parole del sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, che alla Gazzetta del Mezzogiorno ha delineato il quadro di un futuro in cui la Sicilia diventa centrale nei flussi globali di dati.
La Sicilia come hub naturale dei cavi sottomarini
I numeri parlano chiaro: i cavi sottomarini trasportano oltre il 95% del traffico intercontinentale e la banda internazionale è triplicata negli ultimi anni. In questo scenario la Sicilia occupa già una posizione di forza, grazie al Sicily Hub di Sparkle a Palermo, snodo che raccoglie e ridistribuisce connessioni provenienti da Nord Africa e Medio Oriente.
La posizione geografica dell’isola, al centro del Mediterraneo, consente latenza più bassa e costi competitivi, un vantaggio che può trasformare la Sicilia nel vero corridoio digitale tra Africa, Asia ed Europa. Non a caso, progetti come il Magna Grecia Cable con approdo a Taranto e le dorsali in arrivo anche su Bari consolidano il ruolo del Sud come porta d’ingresso dei dati per l’intero continente europeo.
Opportunità economiche e lavoro qualificato
Secondo Butti, il Mezzogiorno digitale non è un esercizio di geopolitica astratta, ma un asset concreto per generare sviluppo. “Tre pilastri – reti, servizi e dati – possono rendere competitivo il territorio”, ha spiegato, sottolineando come il digitale possa diventare un moltiplicatore per settori chiave della Sicilia: turismo, agroalimentare, manifattura e pubblica amministrazione.
La sfida è attrarre start-up, centri di ricerca e investimenti in un territorio che, se adeguatamente sostenuto, può diventare laboratorio di innovazione. Non è un caso che coworking nei borghi, hub locali e progetti sull’intelligenza artificiale in sanità siano già al centro delle sperimentazioni.
Sicurezza e resilienza delle reti
Ma un’infrastruttura così strategica porta con sé anche nuove vulnerabilità. Butti ha ribadito la necessità di approdi multipli, rotte alternative, monitoraggio attivo e sorveglianza costante per proteggere i cavi da minacce fisiche e cyber. Un impegno che l’Italia ha formalizzato anche a livello internazionale, con l’adesione al Comunicato di New York durante la ministeriale G7 di Cernobbio.
Sicilia, piattaforma di sovranità
In questo scenario, la Sicilia non è solo una regione: diventa il punto di equilibrio tra interessi geopolitici, economici e di sicurezza.
- Geopolitica: il Sud come porta d’Europa verso Africa e Asia.
- Economia: filiere tecnologiche, investimenti e lavoro qualificato.
- Sicurezza: presidiare i nodi digitali del Mediterraneo per garantire resilienza al Paese e all’Unione Europea.
Il quantum digitale nel Mezzogiorno – ha concluso Butti – non è un progetto tecnico, ma una scelta di sovranità e lavoro. E la Sicilia, con la sua posizione unica e i suoi hub già operativi, ne è l’asse portante.