Sicilia amara: il tesoro di Bronte trasformato in pericolo
Quando un simbolo di eccellenza siciliana diventa protagonista di un richiamo ministeriale
Il Ministero della Salute ha richiamato dal mercato tre lotti di pesto di pistacchio di Bronte dell’azienda Delizie dal Sole, prodotto da Marullo e venduto da Eurospin Italia SpA. Si tratta di vasetti da 190 grammi con scadenza 30 giugno 2026 (lotti D2501784, D2501816 e D2501824). Il motivo? La presenza di aflatossine oltre i limiti di legge, sostanze tossiche che possono essere pericolose per la salute. La raccomandazione è chiara: non consumare il prodotto e riportarlo al punto vendita.
Quando il pistacchio diventa un problema
Il pistacchio è uno dei simboli della Sicilia. Verde, profumato, famoso nel mondo. A Bronte lo chiamano “oro verde” e per tanti produttori è un tesoro di famiglia. Vederlo finire in una lista nera per “rischio chimico” fa quasi sorridere amaramente: da prodotto di eccellenza a prodotto sotto accusa, tutto per colpa di un fungo invisibile. Le aflatossine non hanno niente di romantico: sono tossine che si sviluppano nei climi caldi e umidi, e che trasformano la bontà in pericolo.
Un avviso per il futuro
Questa vicenda ricorda una cosa semplice: la qualità non è mai automatica. La Sicilia ha eccellenze uniche al mondo, ma serve cura e rispetto per mantenerle tali. Perché non basta scrivere “pistacchio” in etichetta per raccontare davvero una terra. Dietro ci sono mani, tradizione e lavoro che non possono essere compressi in un vasetto da scaffale.
L’episodio del pesto contaminato è una piccola parabola siciliana: l’oro verde che rischia di diventare piombo burocratico. E, come direbbe qualcuno sull’isola – “è comu taliari l’Etna e vidiri sulu fumu” – resta la paura, si perde la meraviglia.
