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Agricoltura

Siccità, vescovo Cefalù: “Pastori e agricoltori disperati, condutture sprecano metà risorse idriche”

di Antonella Mulè -





Sempre più cittadini devono fare ricorso alle autobotti il cui costo è triplicato.

Monumento dello spreco nelle Madonie l’incompiuta diga di Blufi. Quest’opera interrotta nel 2002 raccogliendo le acque del fiume Imera doveva dissetare anche le province che soffrono maggiormente la siccità: Agrigento, Caltanissetta ed Enna.

“La siccità nel nostro territorio, in tutta la Sicilia, in tutto il nostro Paese è diventato un fenomeno insostenibile. É a rischio l’intero settore agricolo, zootecnico e forestale. Pastori e agricoltori sono nella disperazione. Non piove più da mesi e, purtroppo, le previsioni metereologiche non sono confortanti». È la denuncia del Vescovo di Cefalù (Palermo), monsignor Giuseppe Marciante durante il discorso alla Città di Cefalù e alla Chiesa Cefaludense nella festa del Santissimo Salvatore. 

«Al Salvatore, stasera, accanto al dono della pioggia, chiediamo che le nostre coscienze comprendano come l’essere custodi del patrimonio della creazione, a partire dall’acqua, ha avuto delle ingiustificabili battute d’arresto. Ci siamo lasciati governare e “sostenere” non più dalla maternità della terra, ma da ingiustificabili omissioni, cattive pigrizie, da sporchi interessi economici e di mercato – dice monsignor Marciante – Le nostre coscienze di uomini, di cittadini e di cristiani hanno urgente bisogno di essere bagnate e irrigate dal senso di responsabilità personale e comunitario. Dalle acque che sgorgano dalla sorgente del bene comune, ultimamente sempre più difficile a trovarsi, perché coperta dalle pietre, dalle spine e dai rovi dei nostri egoismi, opportunismi e individualismi. Gesù Salvatore, illumina le nostre menti».

«Donaci Tu quella sapienza che ci è utile per comprendere che il dramma dell’attuale situazione idrica, è aggravato da deficienze strutturali e da manutenzione carente. Si spreca oltre il 50% delle risorse idriche tra continui guasti e condutture vetuste, mentre sempre più cittadini devono fare ricorso alle autobotti il cui costo è triplicato – denuncia ancora -Nelle nostre Madonie esiste l’incompiuta diga di Blufi, un vero e proprio “monumento dello spreco”. Quest’opera avrebbe dovuto raccogliere le acque del fiume Imera e così dissetare le province che soffrono maggiormente la siccità: Agrigento, Caltanissetta ed Enna». E aggiunge: «I lavori iniziati negli anni ’90, furono interrotti nel 2002. È stato espropriato e distrutto un patrimonio agricolo e generazioni di sapienza contadina. Si farà mai? Nel decennio 1950-1960 il sociologo Danilo Dolci condusse una appassionante battaglia: sotto il dominio della mafia, l’acqua era diventata un affare e la si elemosinava. Il sociologo fece comprendere che la lotta per l’acqua aveva un alto valore simbolico, come atto di liberazione dal potere mafioso».

Conclude il vescovo Marciante: «Chiediamo a Gesù Salvatore che tutti gli Enti preposti continuino la loro attenta opera di vigilanza su eventuali “speculazioni”, che possono danneggiare i cittadini, il lavoro, “il pane” di agricoltori e allevatori, il futuro di aziende e cooperative gestite dai nostri giovani».