Leggi:

Ambiente

Siccità, la pioggia non basta: “Mai cosi da cent’anni”

di massimilianoadelfio -





di CLAUDIA MARI – Siccità, la pioggia non basta: “Mai cosi da cent’anni”

Non è bastata la pioggia portata dal maltempo degli ultimi giorni: lo spettro della siccità in Sicilia si nasconde ancora dietro l’angolo.
La pioggia delle ultime ore hanno portato in rari casi a un “limitato recupero delle riserve”, per il resto, gli invasi di raccolta acqua sono rimasti a secco. A riportarlo sono i dati raccolti dal Servizio agrometeorologico siciliano. E per questo, come abbiamo raccontato ieri sulle nostre pagine, sono arrivati i provvedimenti anche nei confronti dei cittadini dei comuni colpiti, con un nuovo piano di razionamento dell’acqua che da Palermo arriva a Trapani, Caltanissetta e Agrigento, fino a Enna. Per arrivare a un totale di 160 comuni coinvolti su 391. Perché i benefici delle piogge di inizio marzo hanno determinato un buon apporto di acqua, ma il recupero alle riserve non è stato significativo, anzi. La Sicilia rimane l’unica Regione d’Italia (e tra le poche in Europa) in “zona rossa” per carenza di risorse idriche. A fare compagnia all’Isola ci sono Marocco e Algeria.
Una situazione così grave non si registrava da un secolo: in Sicilia nel 1921 le precipitazioni erano state così scarse solo nel secondo semestre di quell’anno, risultando, come media regionale, inferiori anche a quelle della grave siccità, che ricorderanno più numerosi, del 1977.
Sulla rete Sias il mese di dicembre 2023 ha fatto registrare un accumulo medio regionale stimato in 30 mm, per effetto di sole tre perturbazioni degne di nota. E non solo, tutte le stazioni della rete Sias, con la sola eccezione di Pantelleria, hanno registrato “accumuli inferiori alla norma del periodo”, con lo scarto percentuale più accentuato, -96%, presso la stazione Agira.
Una mancanza di acqua che preoccupa sì i cittadini, che devono fare i conti con i rubinetti a intermittenza. Ma preoccupa soprattutto il settore di agricoltori e allevatori, che si trovano senza riserve per poter irrigare i campi e abbeverare gli animali.
“Da quasi cento anni non si verificava una situazione simile in Sicilia. E il peggio deve ancora arrivare. Con gli invasi praticamente a secco e senza pioggia adeguate nelle prossime settimane in estate non saremo nelle condizioni di poter irrigare”. A dirlo, Ignazio Gibiino, vicepresidente regionale di Coldiretti, che non usa giri di parole: “Da maggio in poi si vedrà il disastro. Le pioggerelline che ci sono state fino a oggi hanno garantito la sopravvivenza delle coltivazioni, ma durante il periodo estivo, quando si dovranno utilizzare grossi quantitativi di acqua per le irrigazioni di emergenza a causa dell’assenza di precipitazioni e delle temperature elevate, senza acqua accumulata negli invasi vivremo un dramma”.
Altro settore a rischio, soprattutto in vista dell’estate è quello del turismo: “Come si potrà fare fronte alle esigenze aumentate anche per via dell’arrivo dei turisti nell’Isola?” si chiede ancora Gibiino. “È il dramma nel dramma: non solo un danno economico per la collettività agricola, ma anche un problema importante per la popolazione civile”. Per questa e per tutte le problematiche precedenti, non è più possibile sprecare neanche una goccia di acqua, dalla distribuzione fino ai depuratori.
“Serve un vero e proprio Piano delle acque” esorta il numero due di Coldiretti Sicilia, soprattutto per quanto riguarda le dighe. “Bisogna metterle nelle condizioni di poter ricevere il massimo di risorsa idrica – avverte -. Molte in Sicilia ancora oggi, dopo tanti anni dalla loro creazione, non sono state collaudate. Questo significa che, non potendo raggiungere il massimo della loro capienza, quando arrivano a un certo livello vengono aperti i bocchettoni e l’acqua finisce in mare. Ossia persa”.
L’obiettivo, quindi, è quello di superare le criticità di oggi – portate dalla scarsa progettazione degli anni passati, forse a causa di una sottovalutazione della problematica – con dei progetti a lungo termine e non “al bisogno”. Il tempo di agire adesso, “Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e farlo adesso” conclude Gibiino.