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Cronaca

PRIMA PAGINA- Sgominato “U locu” di Catania: arresti nel clan Cappello-Bonaccorsi

di Alessandro Fragalà -





Un’indagine complessa, partita nel maggio del 2020 in piena pandemia da Covid. Un’indagine, supportata da mezzi tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e videoregistrazioni), che ha raccolto prove significative contro un gruppo criminale coinvolto nel traffico e nella vendita di droghe (cocaina, crack, marijuana e hashish). Il gruppo che gestiva una grande “piazza di spaccio” nel quartiere catanese di San Cristoforo, conosciuta come “Locu”, tradizionalmente controllata dal clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. Da qui il nome dell’operazione che ha visto impegnati oltre 300 agenti di polizia per mettere in atto 41 provvedimenti restrittivi: trentasei in carcere, 5 agli arresti domiciliari. Le accuse sono svariate: si va dal reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illegale di droga ai reati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Alcune persone, poi, sono fortemente sospettate di essere coinvolte nell’organizzazione del clan Cappello-Bonaccorsi. Per queste persone pesa anche l’accusa di associazione mafiosa, nonché nei reati di detenzione e porto illegale di armi da fuoco.

Si tratta di provvedimenti restrittivi, emessi sulla base di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Antidroga della Questura di Catania, che nascono, come detto, dai risultati di un’attività investigativa complessa avviata nel maggio 2020. Durante l’indagine è emerso che le vendite di sostanze stupefacenti avvenivano sia per strada che all’interno di abitazioni gestite dall’organizzazione, stabilmente destinate al traffico di droga. Sono stati documentati centinaia di episodi di cessione di droga, anche attraverso agenti sotto copertura inviati dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Le indagini hanno permesso di identificare il gruppo di spacciatori che, sotto la guida dei capi dell’associazione criminale (tra questi Nicola Tomaselli, Salvatore Marino detto “cià cià” e Francesco Cultraro), si alternavano regolarmente nell’attività di vendita di cocaina e crack nelle case di spaccio situate nelle vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla, punti cruciali per lo spaccio nel quartiere San Cristoforo nel cuore del centro storico di Catania. Nel corso delle indagini si è appurato come la “piazza di spaccio” veniva rifornita di cocaina attraverso tre canali principali. Il primo era legato al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi, guidato attualmente da Domenico Qurulo detto “Domenico da zà Lina”, che coinvolgeva anche Filippo Crisafulli o detto “Candeggina”, con la collaborazione di Francesco Maugeri detto “Ciccio a pà”, Biagio Qurulo detto “Gino da zà Lina” e Francesco Grillo.

Il secondo canale di approvvigionamento era gestito da un’altra parte del clan Cappello-Bonaccorsi: in questo caso con a capo Rocco Ferrara e Giovanni Agatino Distefano detto “Giuvanneddu cammisa”, con la collaborazione del fratello di quest’ultimo Renè Salvatore. Infine il terzo canale di approvvigionamento gestito dal grossista di cocaina Giovanni Orazio Di Grazia, con l’aiuto del suo corriere Ignazio Testa, che riforniva sistematicamente la “piazza di spaccio” del “Locu”. Durante l’indagine sono stati sequestrati oltre 700 grammi di cocaina e 1 chilogrammo di marijuana. Per le estese operazioni sul territorio volte alla ricerca e all’arresto dei destinatari delle misure cautelari, la Squadra Mobile della Questura di Catania ha collaborato con le autorità investigative di Siracusa, Agrigento e altre località, con il supporto del Servizio Centrale Operativo e sotto il coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che ha inviato vari equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine a Catania. All’atto della notifica delle misure restrittive ai destinatari dell’operazione antimafia, già detenuti per altri reati, è stato impiegato il personale della Polizia Penitenziaria dei vari istituti di detenzione. Complessivamente, sono stati circa 300 gli agenti della Polizia di Stato che hanno partecipato all’Operazione di Polizia Giudiziaria denominata “Locu”.