Sciame sismico nella Valle del Belice, Montevago attiva Centro operativo comunale
Valle del Belice, sciame sismico fa tornare la paura a distanza di 58 anni dal terremoto del ’68, che rase al suolo diversi Comuni. A Montevago attivato Coc, Centro operativo comunale a fini precauzionali.
Ritorna la paura del terremoto nella Valle del Belice, dove dal 25 dicembre ad oggi si è registrato uno sciame sismico con 9 piccole scosse, di cui due di magnitudo maggiore di 2 (2.3 e 2.7).
A Montevago, in provincia di Agrigento, la maggiore delle scosse sembra essere stata lievemente avvertita dagli abitanti del paese, al punto che il sindaco, a fini precauzionali, ha attivato il Centro operativo comunale allo scopo di assicurare la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione in caso di emergenza.
La memoria collettiva ritorna a quella tragica notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, quando un violento evento sismico, di magnitudo 6,4 colpì una vasta area della Sicilia occidentale, compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo, con epicentro i Comuni della Valle del Belice.
Tra i centri maggiormente colpiti proprio Montevago, dove, a distanza di 58 anni il suolo torna a tremare. Dalle ore 11 circa del giorno di Natale, si sono susseguite diverse piccole scosse di terremoto a distanza di pochi chilometri dal centro abitato. Dalle 22.50 di ieri sera ce ne sono state altre quattro. Si tratta di movimenti tellurici piuttosto lievi, di cui la scossa più intensa, di magnitudo 2.4, registrata poco dopo la mezzanotte dall’Istituto Nazionale dei Geofisica e Vulcanologia. 2.7 la magnitudo più alta registrata alle 15.48 di ieri, giornata di Santo Stefano e nel territorio della Valle del Belice riaffiora la paura.
“A fini precauzionali si rende necessario porre in essere ogni azione utile a fronteggiare l’eventuale emergenza” – scrive in una nota stampa il sindaco di Montevago, Margherita La Rocca Ruvolo – che con apposita ordinanza dispone l’attivazione del Coc per informazioni alla popolazione, nonché per verifiche alle infrastrutture.
“Si risveglia la paura del sisma del ’68 – dichiara la parlamentare regionale, nonché primo cittadino di Montevago – poiché dalle 11 del 25 dicembre fino a questa notte, la terra ha continuato a tremare, anche se in maniera lieve. Tantissimi movimenti tellurici, alcuni avvertiti dalla popolazione, che hanno fatto scattare l’attivazione del piano di protezione comunale. Abbiamo fatto di tutto per non destare preoccupazione e per non creare allarmismi – aggiunge il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo – anche perché le scosse non hanno superato i 3 gradi di magnitudo, ma si sono susseguite nell’arco delle 24 ore con un ritmo veloce e la gente si è allertata”.
Un incubo che ritorna tra gli abitanti della Valle e che a distanza di quasi sei decenni riaccende la paura. Erano le 13.28 del 14 gennaio del 1968, quando si verificò la prima forte scossa con gravi danni per Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale. Una seconda scossa alle 14.15 ancora più estesa, percepita fino a Palermo, Trapani e Sciacca. Due ore e mezza più tardi, alle 16.48, la terza scossa. La terra continuò a tremare anche nella notte successiva del 15 gennaio, alle ore 2.33, una violenta scossa si avvertì fino a Pantelleria. Alle 3.01 quella che causò gli effetti più gravi. Le vittime di quel sisma furono 231 e oltre 600 i feriti.
Oggi come allora l’incubo terremoto riaffiora, dopo lo sciame sismico. In via precauzionale, a Montevago, l’ordinanza sindacale dispone l’attivazione del COC, il Centro Operativo Comunale, ubicato presso la sede della Protezione civile locale nel palazzo comunale in Piazza della Repubblica n. 4, con tutte le figure richieste e con i relativi numeri di telefono a cui chiamare per avere informazioni e soprattutto per non creare panico e rassicurare la gente.
Nel frattempo il Comune sta già procedendo alla verifica delle infrastrutture di uso pubblico nonché di quelle già inagibili o a maggior rischio; a diffondere le regole di corretto comportamento alla popolazione; ad attivare la funzionalità di una propria struttura di protezione civile; a stabilire e mantenere contatti con prefetture, vvff e sale operative.