Santanchè: “L’Etna è la nostra identità, rilanciarlo significa rilanciare la Sicilia”
«Quando si va in giro per il mondo ti fanno pagare persino per vedere i vulcani finti, qui invece abbiamo l’Etna, quello vero, che oggi abbiamo sentito rumoreggiare. Per me, che non sono abituata, è stata come una musica. Un omaggio straordinario alla Sicilia». Con queste parole la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha aperto il suo intervento a Ragalna, nel cuore del Catanese, in occasione di Etna Forum, evento dedicato al futuro del turismo in Sicilia e alle strategie di rilancio del settore.
Santanchè ha insistito sul valore identitario del vulcano, «assolutamente importante», da mettere al centro di un rilancio che non riguardi soltanto i flussi turistici tradizionali, ma anche le nuove frontiere dell’offerta, a partire dall’enogastronomia, vero motore di attrattività internazionale.
Accanto all’Etna, la ministra ha indicato un altro asse strategico: i porti turistici. «Sono fondamentali, sono hub, vere e proprie porte d’ingresso per chi sceglie la Sicilia. Dobbiamo lavorarci molto di più», ha affermato.
I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Nel 2024 l’Isola ha registrato 5,7 milioni di arrivi e 17,3 milioni di presenze, con una prevalenza di turisti stranieri. «Una ricchezza che ha lasciato sul territorio oltre 2 miliardi di euro – ha sottolineato Santanchè –. La percezione della Sicilia è profondamente cambiata: oggi è considerata un luogo che racchiude tutto, dall’arte alla cultura, dal mare alla storia, fino al cibo. Bisogna fare uno sforzo collettivo: l’obiettivo è che il turismo diventi la prima industria della nostra nazione».
All’Etna Forum, che proseguirà sino al 30 agosto, sono attesi anche i ministri Nello Musumeci e Adolfo Urso, il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, il governatore Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Un parterre istituzionale che conferma come la sfida del turismo in Sicilia sia ormai questione strategica a livello nazionale.
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