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Salvatore Rizzuti: talento e umiltà. Nella materia il palpito della natura

di Francesca Gallo -





X Premio Internazionale “Giuseppe Sciuti”, riconoscimento all’artista Salvatore Rizzuti. 

Formatosi accanto ai maestri italiani della scultura tendente all’essenzialità strutturale, a poco a poco, attratto dalla ricerca figurativa promossa dalla cultura artistica postmoderna, ha elaborato un proprio linguaggio espressivo che lo contraddistingue per la sensualità del modellato e per la morbidezza dei dettagli plastici. Lontano dal clamore mediatico lavora con umiltà e silenzio, cercando nella materia il palpito della natura. Per la qualità scultorea della sua ricerca, per la profondità del messaggio poetico espresso dalle sue opere, la città di Zafferana Etnea conferisce allo scultore Salvatore Rizzuti il Premio “Giuseppe Sciuti” 2024.

È un estratto della motivazione con cui la giuria del X Premio Internazionale per le arti visive intitolato al pittore Giuseppe Sciuti, lo scorso 16 novembre, nel corso della cerimonia di premiazione degli artisti tenutasi al Palazzo Municipale di Zafferana Etnea, ha assegnato la Menzione d’onore allo scultore siciliano Salvatore Rizzuti.

“Questo riconoscimento non può che lusingarmi – dichiara l’artista in un’intervista per l’Identità – e assume per me un significato che va oltre la mia persona e che evidenzia, soprattutto, il valore sociale e culturale di una iniziativa, già consolidata da un decennio di attività, che nasce da un personaggio illustre, quale è stato Giuseppe Sciuti, al quale il comitato promotore ha voluto intestare il Premio. Ciò simboleggia una sorta di continuità tra Sciuti stesso e le future generazioni di artisti, tra i quali la giuria sceglie di premiare quelli che ritiene più rappresentativi”.

Ideato dall’Associazione Culturale “Giuseppe Sciuti”, con  l’obiettivo di valorizzare l’espressività dell’arte, da dieci anni il Premio Sciuti dialoga con artisti contemporanei di chiara fama nazionale ed internazionale, tra cui si sinserisce, a pieno titolo, il Maestro Rizzuti. 

Originario di Caltabellotta, Comune montano della provincia di Agrigento, Salvatore Rizzuti fin da piccolo manifesta spiccata creatività e inclinazione soprattutto per la scultura. All’età di 9 anni è costretto ad interrompere gli studi per aiutare il padre e i due fratelli nella gestione dell’azienda pastorizia. Riesce a riprendere gli studi all’età di 18 anni e a diplomarsi al Liceo Artistico. Si scrive al corso di scultura all’Accademia delle Berte Arti di Palermo, sotto la guida dei maestri Silvestre Cuffaro e Carmelo Cappello. Si laurea e, dal 1980 al 2015, sempre all’Accademia di Belle Arti di Palermo, è titolare della cattedra di Scultura. 

Il suo percorso artistico, che da oltre 40 anni lo vede lavorare materie come il legno, il gesso, la terracotta e il bronzo, è caratterizzato da un’intensa e continua produzione di opere d’arte, con esposizioni in varie Gallerie tra le più importanti d’Italia. Sue alcune opere pubbliche come “Il Monumento alle Vittime della mafia” di Campobello di Mazara, il Monumento a “Francesco Crispi” di Ribera, o ancora, il “Monumento all’Emigrante” di Alessandria della Rocca. Altre sue opere di scultura campeggiano in diverse chiese della Sicilia, fra cui la chiesa della Magione e quella di San Tommaso D’Aquino a Palermo e la Madrice a Caltabellotta.

Sulla scultura si concentra l’intera esistenza di Salvatore Rizzuti, frutto di una passione innata. Di lui scriveva Leonardo Sciascia sul Corriere della Sera nel 1980: “Il suo vivere la storia della scultura è nativo, immediato, senza filtri o schemi, si direbbe guidato dalla materia, più che dalla memoria. C’è qualcosa di religioso, di votivo, come se le forme condizionate dalla materia, dalle venature, dai nodi e dai colori del legno e della pietra, nascessero da una condizione di religiosa solitudine e comunione”.

“La scultura, come tutte le arti – dichiara Rizzuti – è un linguaggio espressivo. Per me lo è in assoluto, talmente da sostituirsi al linguaggio della parola, nel senso che cerco di esprimere me stesso stimolando il prossimo a guardarsi dentro”.

Osservare la materia che si trasforma per divenire scultura è un percorso che conquista e affascina. Cosa racchiude in se ogni opera – chiediamo.

“Racchiude esattamente ciò che è già contenuto nella sua domanda – risponde l’artista – ovvero, la trasformazione, l’incessante divenire di tutte le cose. La scultura si trasforma, ma fissa allo stesso tempo una rappresentazione di qualcosa, elevandosi a simbolo, in cui ciascuno può ritrovare la propria risonanza”.

Il suo Studio, situato tra i vicoli del centro montano di Caltabellotta, dove Rizzuti si trasferisce da maggio a settembre, è un luogo che accoglie il visitatore, lo invita ad entrare, per proiettarlo a diretto contatto con le opere d’arte, da cui traspare tutto il candore di un artista cresciuto in solitudine, lontano da mode e sperimentalismo. 

Una selezione di sue opere, tra le più rappresentative del suo percorso artistico e tra quelle che per varie ragioni sono legate a Caltabellotta o pertinenti al luogo, dal 2014 trova spazio nelle sale del Museo Civico cittadino, frutto di una donazione che l’artista ha voluto fortemente, quale omaggio alle radici. Un atto non di generosità, ma una vera e propria testimonianza del suo essere artista e cittadino di Caltabellotta, paese in cui è nato e a cui si sente profondamente legato, per il quale ha sentito il dovere di fare la sua piccola parte, aggiungendo un tassello all’arte e alla bellezza che nel centro montano regnano sovrane, da qualsiasi parte si volga lo sguardo. 

Ai suoi concittadini Salvatore Rizzuti chiede semplicemente di assumere la donazione come propria, come patrimonio collettivo da trasmettere alle  generazioni future, accudendola come un bene comune e considerandola qualcosa attraverso la quale poter rigenerare lo spirito, che è lo scopo primario di ogni forma d’arte. 

Quanto ha inciso l’identità territoriale nel suo essere artista – chiediamo al Maestro. Risponde: “Tantissimo. Poiché per l’intera adolescenza sono stato pastore e percepivo l’anima del mondo nel silenzio a tuttotondo dell’aspra campagna che circonda il paese, già di per sé una titanica scultura della natura, derivante da quella trasformazione di cui dicevo prima. Non a caso – aggiunge – dieci anni fa ho voluto donare 35 mie opere al Museo Civico di Caltabellotta, presso cui accolgo volentieri chiunque voglia visitare anche il mio studio, Techne, durante la stagione estiva”.

“Siamo certi che la sua arte continuerà a ispirare ed emozionare chiunque abbia il privilegio di ammirarala – dichiara il sindaco, Biagio Marciante, a nome di tutta la comunità caltabellottese, in un messaggio di congratulazioni al maestro Rizzuti per il meritato riconoscimento riconosciutogli dal Premio Sciuti 2024, nella Sezione degli Artisti Figurativi Internazionali. Con la sua arte raffinata Salvatore Rizzuti ha conquistato il mondo dell’arte. Il suo lavoro, lontano dai riflettori, ma ricco di poesia e profondità, è un esempio di dedizione, talento e umiltà, valori che lo rendono un vero orgoglio per Caltabellotta.

Questo premio è un motivo di grande fierezza per tutti noi – evidenziano sindaco e amministrazione comunale di Caltabellotta – poiché dimostra che le radici culturali della nostra terra continuano a dare frutti straordinari, capaci di risuonare a livello internazionale. Salvatrore Rizzuti, con la sua scultura, non solo ha onorato la sua città natale, ma ha anche arricchito il panorama artistico mondiale”.