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Economia

La Sicilia gode di credibilità finanziaria, Moody’s eleva il rating da Baa3 a Baa2

di Cesare Pluchino -





Anche la capacità di far fronte autonomamente agli impegni finanziari è salita da Ba1 a Baa3

Nonostante i ‘venti di guerra’ che assillano il governo della Regione Siciliana, fra vicende giudiziarie dei maggiori partiti della coalizione e i tentativi di sfiducia delle opposizioni, aumenta la credibilità finanziaria della Regione Siciliana, dopo anni di instabilità.

L’agenzia internazionale Moody’s ha ulteriormente innalzato il rating, riconoscendo, di fatto, una crescente solidità finanziaria.

Lo aveva anticipato il Presidente Schifani, nel corso del dibattito sulla sfiducia presentata dalle opposizioni.

La valutazione sul merito creditizio a lungo termine passa da Baa3 a Baa2, anche la valutazione relativa alla capacità della Regione di far fronte autonomamente ai propri impegni finanziari sale da Ba1 a Baa3.

Si tratta di un riconoscimento importante sulla scia dell’avvenuto consolidamento dei conti pubblici e una attestazione di credibilità per le politiche economiche adottate negli ultimi anni.

Legittima la soddisfazione del Presidente Schifani e dell’Assessore all’Economia Alessandro Dagnino. 

«Il giudizio di Moody’s – afferma il presidente Schifani – certifica la solidità del lavoro svolto dal mio governo e sancisce la piena credibilità della Sicilia sui mercati internazionali. In tre anni abbiamo riportato la Regione a livelli che non si vedevano da più di un decennio. È la dimostrazione che serietà, rigore e una visione chiara producono risultati concreti, riconosciuti da osservatori di primissimo piano».

Sulla stessa linea l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, che evidenzia come il nuovo rating rappresenti «la conferma di un cambiamento strutturale nei conti della Regione. L’ingresso nel livello investment grade – sottolinea – misura la capacità della Sicilia di essere affidabile per meriti propri, senza dipendere da fattori esterni. Un segnale inequivocabile della sostenibilità della nostra finanza pubblica».

Quest’ultima revisione sancisce il rientro dell’Ente nella fascia “investment grade”, propria dei soggetti a rischio contenuto. Solo nel 2024 la Regione è rientrata nel grado di investimento, dopo anni nei quali era stata relegata anni trascorsi nella categoria “non investment grade”, associata a maggiore volatilità e costo del debito.

In pratica, un vantaggio non indifferente per la Sicilia, in un momento delicato per la finanza pubblica regionale, mentre sta trattando per cospicui finanziamenti dell’Unione Europea per infrastrutture e transizione energetica.

Chi si ritroverà a trattare in queste nuove condizioni, potrà godere di un minore costo del debito, con maggiore potere contrattuale nei confronti degli investitori istituzionali e della finanza internazionale.

Di fatto, anche una credenziale importante per il Presidente Schifani che potrà portare sulle trattative, già in atto, per una sua ricandidatura a capo del governo siciliano.