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Agricoltura

Ragusa, enorme giacimento idrico Iblei. Campo: “Interesse Schifani intempestivo”

di Dario Di Gesù -





Giacimento idrico Iblei, si tratta della più grande falda acquifera mai trovata in Sicilia.

Oltre 17 miliardi di metri cubi d’acqua, quasi certamente potabile. Potrebbe, da sola, risolvere nell’immediato il problema della siccità che sta mettendo in ginocchio l’Isola. Lo studio internazionale che ha identificato l’enorme falda è stato guidato dal geologo Lorenzo Lipparini dell’INGV.

Mancata tempestività di Schifani e Di Mauro. La deputata regionale Stefania Campo a maggio 2024 aveva depositato interrogazione per incalzare il governo regionale a valutare questa opportunità. La scoperta del giacimento idrico è del novembre 2023.

“L’interesse mostrato dal presidente della Regione Schifani sul giacimento idrico sotto gli Iblei è assolutamente intempestivo. Da mesi incalzo il governo regionale a valutare questa opportunità ma evidentemente le elezioni europee avevano un peso maggiore rispetto ai problemi dei siciliani. Solo oggi in piena emergenza siccità Schifani si dice pronto a incontrare gli studiosi. Venga sul luogo a ispezionare personalmente anziché rimanere chiuso nelle dorate stanze a Palermo”. Lo dichiara la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che a maggio aveva depositato una interrogazione rivolta proprio al presidente della Regione sull’opportunità di valutare l’utilizzo del vasto giacimento d’acqua nel sottosuolo dei monti Iblei, nel territorio tra Vizzini e Licodia . 

“Solo adesso – spiega Campo – il presidente Renato Schifani si è finalmente accorto dello studio scientifico guidato dal geologo e docente Uniroma3 Lorenzo Lipparini e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Università RomaTre in merito alla scoperta di un vasto giacimento d’acqua nel sottosuolo dei Monti Iblei, in particolare nella Formazione di Gela, dove si troverebbe un esteso corpo idrico, di acque dolci e salmastre, conservato tra i 700 e i 2500 metri di profondità. Una notizia simile, ovviamente, andava verificata immediatamente e quindi almeno 6 mesi fa, appena la stessa si diffuse e fu oggetto di vari apprezzamenti pubblici e invece nulla fino alla settimana scorsa”.

“Oggi Schifani dice di voler velocizzare il tutto incontrando i ricercatori. La cosa grave è che l’allora assessore regionale al Bilancio Gaetano Armao aveva stanziato 8 milioni di euro appositamente per sviluppare tali studi. Somme mai utilizzate. In questa maniera Schifani intende programmare la razionalizzazione delle risorse idriche? Oppure – conclude Campo – aspetta ancora che piova?” 

«Da mesi siamo a conoscenza dei risultati della ricerca sul mega-giacimento di acqua sotto i monti Iblei – ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani -.  L’Autorità di bacino della Presidenza della Regione ha chiesto una relazione alle Università siciliane che hanno evidenziato alcune criticità in merito sia alla effettiva utilizzabilità dell’acqua, sia alle difficoltà per il raggiungimento della falda a causa delle caratteristiche geomorfologiche del territorio soggetto a elevatissimo rischio sismico. In ogni caso, non vogliamo lasciare nulla di intentato e per questo, su mio input, il capo della nostra Protezione civile, Salvo Cocina, ha già chiamato il professor Lipparini per un primo contatto e per cominciare a inquadrare i risultati della ricerca portata a termine dall’Ingv e dalle Università di Roma 3 e di Malta. Nei prossimi giorni inviteremo l’esperto a Palazzo d’Orléans per approfondire con lui ogni aspetto della questione. Il mio governo sta lavorando per individuare ogni possibile nuova fonte di approvvigionamento idrico che consenta di attenuare l’emergenza in atto nell’immediato. Nel medio e lungo periodo, l’enorme giacimento potrebbe costituire un risorsa straordinaria, se le analisi ne attesteranno l’utilizzabilità».

La ricerca ha individuato la più grande falda acquifera mai trovata in Sicilia. Oltre 17 miliardi di metri cubi d’acqua quasi certamente potabile. Potrebbe, da sola, risolvere nell’immediato il problema della siccità che sta mettendo in ginocchio la regione dove gli invasi sono praticamente vuoti e dove l’acqua viene razionata per cercare di non rimanere completamente a secco in attesa della stagione delle piogge.

È stata scoperta nel novembre del 2023 dai ricercatori dell’Ingv (l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma) e delle università di Malta e di Roma 3.

Per scavare un pozzo ci potrebbe volere al massimo un mese. Poi andrebbero fatti gli esami per capire lo stato dell’acqua presente nella falda. Infine, occorrono i lavori per collegarla direttamente alla rete idrica. “Tecnicamente – ha dichiarato Lipparini – si potrebbe fare tutto molto rapidamente dal punto di vista pratico, ma non conosco quali potrebbero essere i tempi della burocrazia. Sono però stato già contattato dalla protezione civile regionale Sicilia per un incontro. Vogliono verificare – conclude Lipparini – la fattibilità del progetto nel più breve tempo possibile”.

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