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Politica

Province, ora Schifani ci riprova: “Mai più incidenti”

di Attilio Scuderi -





di ATTILIO SCUDERI

Salta una delle riforme del programma di governo siciliano. Salta, per ora, perché la bocciatura di ieri non esclude una eventuale riproposizione in altra forma di analogo disegno di legge, nonostante qualche crepa. L’Assemblea regionale siciliana con voto segreto ha bocciato il disegno di legge. Sono stati 25 i voti favorevoli e 40 i voti contrari. A conti fatti alla maggioranza sono mancati 11 voti che avrebbero fatto pendere la bilancia dal lato opposto. Proprio la riforma delle Province, infatti, era uno dei punti del programma elettorale del presidente della Regione Renato Schifani. Il governatore ha abbandonato l’aula parlamentare facendo rientro a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione. Nella stanza riservata al governo, invece, sono rimasti il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il vice presidente della Regione con delega ai rapporti con l’Assemblea Luca Sammartino e il coordinatore siciliano di Forza Italia Marcello Caruso per analizzare i fatti del momento e una falla sulla maggioranza. Colloquio stretto tra il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Dal confronto continua ad emergere un solido rapporto tra le due istituzioni, a differenza di quanto è accaduto, spesso, nel passato più o meno recente. A proposito del voto di ieri sulle Province, si è convenuto sul fatto che la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare. Sia il presidente Schifani che il presidente Galvagno hanno espresso il proprio rammarico per il fatto che i deputati che hanno votato contro il ddl non abbiamo manifestato il loro intendimento prima del voto d’Aula, fornendo invece ampie rassicurazioni al presidente della Regione, poi smentite dai fatti. I due presidenti hanno poi anche concordato sul fatto che incidenti di questo tipo non siano più accettabili, a maggior ragione su temi che rappresentano i pilastri del programma di governo. Il presidente Schifani ha comunicato al presidente Galvagno che, nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti. Questa la reazione dopo che l’Assemblea regionale siciliana, con voto segreto ha bocciato dunque il disegno di legge. Sono stati 25 i voti favorevoli e 40 i voti contrari, dunque, 11 voti della maggioranza volati via. Bocciata, per ora, la riforma delle province e smentito anche chi la dava come legge ormai in dirittura d’arrivo. Un voto che, nelle intenzioni del centrodestra, si sarebbe dovuto tenere in contemporanea con quello per le Europee nel prossimo mese di giungo. Così in una nota il senatore della Lega Claudio Durigon, commissario del partito in Sicilia ha commentato il voto: “Siamo ovviamente amareggiati per l’esito del voto all’Ars sul ripristino delle Province. Dal nostro punto di vista è un’occasione persa per tutti, anche in virtù dell’accordo nazionale e regionale sul tema. Le Province sono una nostra storica battaglia. Ripristinarle significa garantire una gestione dei servizi migliore e vicina alle esigenze dei cittadini, restituendo loro il potere di voto sui propri rappresentanti. Il nostro impegno in questa direzione non cambierà”. Da parte delle opposizioni, che hanno da sempre contestato la riforma delle Province in Sicilia ecco Di Paola, deputato e coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle: “Il parlamento regionale ha sfiduciato palesemente per la seconda volta il presidente Schifani. Naufraga un altro suo cavallo di battaglia ovvero la restaurazione delle Province regionali e delle relative poltrone. Ci sono ben altre emergenze di cui dobbiamo occuparci”. Diretto e amareggiato Totò Cuffaro segretario nazionale della DC: “Con la complicità del voto segreto qualcuno è stato guidato da ben altri intendimenti. Sarebbe stato giusto che chi non voleva il ritorno delle Province lo dicesse per tempo, evitando la vergogna in Aula. Chi ha votato contro non ha tenuto conto dello stato indecoroso di scuole, strade provinciali dissestate e divenute discariche a cielo aperto e scempio per la comunità”.