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Ambiente

PRIMA PAGINA – Soluzioni per la siccità: dal salva-allevatori alle piogge finte

di Francesca Gallo -





di CLAUDIA MARI
Si parla ancora di emergenza siccità e stavolta il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida lo fa prendendo il problema dal verso giusto.
In occasione nel question time alla Camera dei Deputati, il ministro non solo ha tenuto a ricordare che per l’emergenza idrica sono state “assegnate le risorse, complessivamente pari a 102 milioni di euro” – derivanti dalla rimodulazione del Piano straordinario per la realizzazione degli invasi e per il risparmio di acqua negli usi agricoli e civili e del Piano nazionale di interventi nel settore idrico – ma anche che la Sicilia è stata in questi ultimi mesi la regione più colpita da questo fenomeno.
Per questo motivo, è stato ricordato come il governo, nel Consiglio dei ministri del 6 maggio scorso, abbia deliberato lo stato di emergenza per 12 mesi nella Regione, in relazione al deficit idrico, mettendo a disposizione 20 milioni di euro per gli interventi sul territorio. Territorio colpito, così come sono colpiti duramente i settori dell’agricoltura e dell’allevamento: per questo il ministro ha fatto sapere che darà “parere favorevole ad un importante emendamento presentato al Decreto Agricoltura al Senato dal gruppo di Fratelli d’Italia in favore delle imprese agricole e degli allevatori siciliani”.
Un aiuto alle imprese – il cosiddetto emendamento salva-allevatori – che dalla siccità stanno perdendo lavoro e denaro. Con questa misura, spiega Lollobrigida, “Si prevede di destinare 15 milioni del Fondo di solidarietà nazionale per l’anno 2024” al fine di “indennizzare le imprese in conseguenza dei danni subiti a causa di fenomeni siccitosi, verificatisi dal mese di luglio 2023 e fino al mese di maggio del 2024”.
Non solo: “In parallelo abbiamo approntato, con il Governo della Regione Siciliana, un sistema di raccordo costante, affinché dette risorse possano giungere agli imprenditori agricoli nel più breve tempo possibile, subito dopo la conversione del decreto-legge”.
Sempre guardando alle imprese e rispondendo all’interrogazione in Aula, il ministro poi spiega, in merito alla possibilità di sospendere alcuni termini tributari e contributivi nelle aree colpite, che “stiamo attendendo che le Regioni interessate presentino la declaratoria di eccezionalità degli eventi calamitosi di cui al decreto legislativo n. 102 del 2004, che disciplina il Fondo di solidarietà nazionale (Fsn)”. Sembra, quindi, che qualcosa si stia muovendo e le soluzioni arrivano anche dall’Isola.
In particolare, quella rivolta nella mozione di Giuseppe Catania, deputato dell’Ars di Fratelli d’Italia nonché vicepresidente della Commissione Attività Produttive, al governo Schifani. Si tratta della cosiddetta tecnica del “cloud seeding”, una sorta di “inseminazione” delle nuvole per provocare piogge mirate. Una tecnica che non è nuova e che è stata utilizzata in altre parti del mondo – non in Italia – dove le precipitazioni scarseggiano, come ad esempio negli Emirati Arabi, ma con la richiesta che è aumentata negli ultimi anni anche negli Stati Uniti e in Messico.
Secondo il deputato Giuseppe Catania, “sarebbe opportuno un progetto per la siccità sperimentale su un’area ben delimitata della Sicilia, in aggiunta alle altre iniziative previste della Protezione Civile Regionale per mitigare la crisi idrica: la riduzione dei consumi delle utenze idropotabili, l’adeguamento degli invasi, campagne di informazione e sensibilizzazione per il risparmio, il reperimento di risorse alternative, l’acquisto di autobotti e silos, la messa in opera e sistema di pozzi e sorgenti, la riparazione delle reti idriche, l’ammodernamento degli impianti di dissalazione nei siti dismessi di Porto Empedocle, Paceco-Trapani ed eventualmente anche Gela”.