Leggi:

Primo Piano

PRIMA PAGINA-Sicilia, ponte di energia tra l’Italia e la Tunisia

di Francesca Gallo -





DI ANGELO VITALE
Un nuovo passo in avanti per l’Italia hub dell’elettrico nell’area mediterranea, con il rilascio del decreto autorizzativo di Elmed, il progetto di interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia che correrà nel Canale di Sicilia, realizzato da Terna e Steg, il gestore della rete tunisina. Per l’opera è previsto un investimento complessivo di 850 milioni di euro: 307 di questi sono stati stanziati dalla Commissione europea tramite il programma di finanziamento Connecting Europe Facility destinato allo sviluppo di progetti chiave che puntano al potenziamento delle infrastrutture energetiche comunitarie. Uno strumento addizionale per ottimizzare l’uso delle risorse energetiche tra Europa e Nord Africa, il primo progetto di interconnessione elettrica tra il nostro continente e la parte dell’Africa più vicina ad essa. Primo progetto, ancora, che l’Unione Europea finanzia coinvolgendo un Paese, la Tunisia, che non fa parte dell’Unione.
L’elettrodotto avrà una lunghezza complessiva di circa 220 km, di cui la maggior parte in cavo sottomarino, un collegamento in corrente continua da 600 MW che raggiungerà una profondità massima di circa 800 metri. Con questa autorizzazione della nuova interconnessione tra Italia e Tunisia – ha detto il ministro Gilberto Pichetto Fratin – si prosegue sulla strada “degli obiettivi sfidanti di transizione energetica fissati nel Pniec, consentendo all’Italia, in virtù della sua posizione geografica strategica, di rafforzare, sul versante elettrico, il suo ruolo di hub in Europa e nell’area del Mar Mediterraneo, diventando protagonista a livello internazionale”.
“Elmed -spiega Giuseppina Di Foggia, ad e dg di Terna – è uno dei progetti più significativi del nostro Piano Industriale 2024-2028. Il via libera del Mase è un importante passo avanti verso la sua realizzazione. Una volta in esercizio, l’opera darà un rilevante contributo al percorso di decarbonizzazione del sistema. In tal senso, le interconnessioni rappresentano uno strumento necessario per incrementare il livello di indipendenza energetica del nostro Paese e per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. L’Africa oggi rappresenta una terra di opportunità: investimenti, infrastrutture e trasferimento di competenze sono i fattori chiave per collaborazioni solide e durature”.
Ponte di questa iniziativa, l’area dell’isola. Soddisfatto il governatore Renato Schifani: “Un grande risultato nel processo di transizione energetica che vede il nostro Paese in prima linea. Un traguardo per il quale la Sicilia ha rivestito un ruolo da protagonista e che rappresenta una grande opportunità strategica per le nuove sfide che vedono sempre più legate Europa e Africa. Grazie alla sua collocazione geografica e alle sue caratteristiche ambientali, l’isola infatti è candidata a diventare un importante hub energetico nazionale, con notevoli ricadute in termini di sviluppo economico”.
Nel dettaglio, sul versante italiano, il cavo terrestre si svilupperà per 18 km dall’approdo di Castelvetrano in provincia di Trapani fino alla stazione di conversione che verrà realizzata a Partanna, sempre nel Trapanese, in prossimità dell’esistente stazione elettrica. In Tunisia, invece, la stazione elettrica sarà realizzata a Mlaabi, nella penisola di Capo Bon. Un’interconnessione, questa autorizzata a Terna e Steg, che è uno dei progetti del Piano Mattei. Il ponte elettrico Italia–Tunisia è un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell’ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Pniec, guardando al miglioramento dell’integrazione dei mercati dell’Unione Europea e dei Paesi Nord Africani. “L’energia è una delle materie sulle quali la cooperazione tra Italia e Tunisia deve continuare a rafforzarsi – aveva detto Giorgia Meloni un mese fa a Tunisi incontrando il presidente Kais Saied -. La collaborazione con la Tunisia è diventata una priorità anche per l’Ue e sono molto fiera del lavoro che ha già contribuito alla firma del memorandum con la Ue”.