Leggi:

Attualità

PRIMA PAGINA – Ponte, il progetto slitta a fine anno. E i siciliani attendono

di Redazione -





Quando ai siciliani, a tutti i siciliani, si parla del ponte sullo stretto scatta uno strano meccanismo. Da un lato si immagina, anzi si sogna, già di attraversarlo e di arrivare in Calabria in pochi minuti, in auto o in treno; nello stesso tempo, però, c’è sempre un pizzico di negatività dovuta ad anni, anzi a decenni di false illusioni, di progetti redatti e poi cestinati, di cambi repentini di rotta in base al colore politico del governo di turno spiegati con la necessità di porre rimedio ad altre priorità, con il risultato di non avere il ponte e nemmeno le altre priorità. Non è che i siciliani non siano ottimisti, ma su questo argomento, ormai, non si può che seguire l’esempio di San Tommaso del “Se non vedo, non credo”. Questa volta, però, gli ottimisti sembravano poter vincere facilmente sui pessimisti e, invece, qualcosa comincia a scricchiolare. Quella del ponte sembra una novella di verghiana memoria: quando tutto sembra andare per il verso giusto, c’è sempre qualcosa che cambia le carte in tavola. “Il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina arriverà entro fine anno”. A dichiararlo ai microfoni di Radio 1 non è uno qualsiasi, ma l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina Pietro Ciucci. Il progetto esecutivo annunciato per l’estate slitterà a dopo novembre quando ci dovrebbe essere l’approvazione del Cipess. “Prima però arriverà la valutazione di impatto ambientale – spiega Ciucci a Radio1 – e Stretto di Messina si prenderà più dei 30 giorni previsti per rispondere alle oltre 200 integrazioni richieste dal Ministero dell’Ambiente. La procedura prevede anche la possibilità di chiedere una proroga – continua l’amministratore delegato – Stiamo studiando la possibilità di effettuare ulteriori analisi sul campo che ci consentirebbe di andare anche oltre quello che è previsto dalla legge, in modo da dare la migliore risposta possibile alle osservazioni fatte dal Mase”. Questo spiegato in termini decisamente meno burocratici significa che cantieri in estate, a meno di clamorosi cambiamenti, non ne dovrebbero partire. Una notizia che, verosimilmente, non sconvolge né i siciliani né gli addetti ai lavori, ma che certamente non farà piacere al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che, sull’inizio dei cantieri in estate, aveva messo la mano sul fuoco. Verosimilmente si scotterà. Certamente questo rinvio darà vigore al partito del no al ponte sullo stretto, che non ha tardato a commentare. “C’è un solo modo per non avere paura del Ponte sullo Stretto, non farlo. Il Ponte è un’opera di 14 miliardi che non si farà, perché le stesse commissioni tecniche nominate dal ministero hanno sollevato più di 200 osservazioni”. A esprimersi è l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando che aggiunge: “A cosa serve allora spendere così tante risorse? Pensate quante infrastrutture ferroviarie e viarie, scuole si potrebbero costruire con 14 miliardi di euro”. A Orlando fa il coro anche Angelo Bonelli di Avs che chiede a Ciucci di dire la verità agli italiani: “L’Amministratore Delegato della Società Stretto di Messina Ciucci dovrebbe dire la verità agli italiani e gli chiediamo di farlo in Parlamento. In questo momento, le falle del progetto del ponte sullo Stretto di Messina stanno emergendo una dopo l’altra, inclusa la questione dell’altezza del ponte. Tutto questo deriva da un problema fondamentale: la progettazione è stata concepita decenni fa, in un’epoca in cui il mondo era diverso. Da allora, ci sono stati importanti sviluppi negli studi sismologici, e le navi sono diventate più grandi e più alte”. E la questione dell’altezza era stata già portata all’attenzione da Federlogistica e dal suo presidente Luigi Merlo, secondo cui un’altezza massima di 65 metri sul livello del mare impedirebbe il transito delle grandi navi alte più di 68 metri. Un problema che lo stesso Ciucci aveva smentito precisando come il franco navigabile del Ponte sullo Stretto sarà di 72 metri per una larghezza di 600 metri e si ridurrebbe a 65 metri, solo in presenza di condizioni eccezionali di traffico pesante stradale e ferroviario.