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PRIMA PAGINA – Ponte, così non va: il Mase chiede 239 integrazioni

di Redazione -





di CLAUDIA MARI
E per il Ponte – almeno, per il progetto – siamo punto e a capo. Troppi i punti da rivedere e i documenti da studiare per un tempo davvero limitato. La time-line data dal ministro Salvini sul via al progetto e sull’inizio dei cantieri conta ormai manciate di giorni, che scorrono a crescente velocità. E la giornata di ieri, 16 aprile, andava a rappresentare una delle tappe cruciali per la realizzazione di quello che sarà il Ponte sullo Stretto di Messina. Perché si è tenuta a Roma, al Mit, la conferenza dei servizi istruttoria per il collegamento stabile tra la Calabria e la Sicilia. Una partecipazione ampia da parte delle istituzioni e dei soggetti che parteciperanno al progetto per la grande infrastruttura: quindi la società Stretto di Messina, ma anche tutti i Comuni dell’area interessata ai lavori, l’Autorità portuale e gli altri enti che gravitano attorno alla realizzazione del Ponte.
Si è avvitata quindi, dopo una prima fase di presentazione, la vera e propria fase istruttoria, “prodromica all’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess e volta all’acquisizione delle prime osservazioni da parte degli enti e delle amministrazioni partecipanti”.
A frenare, almeno per ora, gli entusiasmi del ministro Salvini e l’ad della società Stretto di Messina Ciucci ci ha pensato il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte. Le richieste variano, dal tema dei cantieri, a quello del rischio sismico, passando la questione dell’impatto ambientale e tutto quello che ne consegue per l’ecosistema.
In particolare, per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66, sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, mentre per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. Richieste arrivate dalla Commissione tecnica Via e Vas del Mase sono contenute in un documento di 42 pagine firmato dal coordinatore della Sottocommissione VIa, Paola Brambilla.
La richiesta da parte dei tecnici del ministero alla S.p.A Stretto di Messina è quella di spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale, ma anche un’analisi più approfondita dei costi e dei benefici dell’opera e un quadro riassuntivo di tutti gli interventi previsti, “non limitandosi al solo elenco delle opere variate” o “all’elenco delle aree di cantiere” fornendo altresì informazioni sufficienti sullo smaltimento post scavi. Sono necessari e richiesti, pertanto, dati chiari e completi sull’impatto dell’opera sia territorialmente – dissesto, vibrazioni, campi elettromagnetici – che per l’ambiente marino e sotterraneo: quali sono i rischi per la biodiversità, la flora e la fauna, il paesaggio e la salute pubblica.
Tutte richieste lecite. E sembrerebbe di sé anche a detta dell’ad della Stretto di Messina Ciucci: “Sono assolutamente richieste congrue per l’entità e complessità dell’Opera e per le relative interazioni con il territorio e le varie componenti ambientali” ha fatto sapere. La Società ha da sempre investito sull’ambiente e anche in questa fase di ripresa del progetto sarà profuso ogni sforzo per ridurre al minimo gli impatti dell’opera e per garantire che la stessa sia occasione di valorizzazione dei territori e delle componenti ambientali”. E quindi, nessun passo indietro anzi, dice Ciucci “Nessun passo falso” ma “un altro importante passo avanti per la realizzazione del ponte sullo Stretto” che, replica ancora “rappresenta i massimi standard di ingegneria”.