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Cronaca

PRIMA PAGINA- Il caso di Davide Villa morto dopo il vaccino

di Alessandro Fragalà -





Magari a qualcuno il periodo del covid, della quarantena, delle bare sui carri militari a Bergamo, delle mascherine e del greenpass, potrà sembrare argomento datato o da lasciare ai libri di storia che studieranno i nostri nipoti. Eppure, c’è quel periodo non potrà mai dimenticarlo perché magari ha rischiato di morire o perché invece ha perso una persona cara, e non solo per patologia. Sì perché ci sono diverse persone, magari dimenticate, che non morte di covid, ma per il covid. C’è chi ha smesso di curarsi per paura degli ospedali, chi non è stato curato bene perché gli ospedali erano in tilt e c’è anche chi oggi non c’è più perché è morto nel tentativo di difendersi dal Coronavirus. Tra questi c’è anche Davide Villa, vice sovrintendente della Polizia di Stato in servizio alla Squadra Mobile della Questura di Catania, morto il 6 marzo 2021 dopo aver ricevuto una dose del vaccino AstraZeneca. Nel terzo anniversario della morte, il fratello Fabrizio ha fatto sapere che è stata chiesta alla Procura della Repubblica di Messina la riapertura delle indagini per l’ipotesi di omicidio colposo. Una richiesta che – dice Villa – “arriva in seguito a dei nuovi e inquietanti fatti emersi dall’inchiesta giornalistica realizzata dalla giornalista Claudia Di Pasquale per la trasmissione televisiva di RaiTre “Report” andata in onra lo scorso 11 febbraio 2024. Secondo la famiglia, infatti, Davide Villa sarebbe stata la prima vittima in Italia causata dalla somministrazione del vaccino. In questo senso anche i legali dei familiari di Augusta Turiaco, Zelia Guzzo e Mario Turrisi, hanno chiesto alle rispettive Procure competenti, ovvero quelle di Gela e Messina, la riapertura delle indagini. “Ci auguriamo – spiega Fabrizio Villa che insieme alla mamma e alle sorelle ha presentato una denuncia per arrivare alla verità – che la Procura di Messina voglia accogliere la richiesta formulata dal nostro legale, l’avvocato Stefano Maccioni”. È lo stesso legale a spiegare la natura e le motivazioni della richiesta: “Ancora oggi non sono stati svolti i necessari approfondimenti sulla effettiva conoscenza da parte della casa produttrice del vaccino sulle eventuali conseguenze che questo avrebbe potuto provocare. Sicuramente a seguito del servizio giornalistico di Report tali indagini dovrebbero essere effettuate. Continua a permanere una zona d’ombra su come siano state concesse le relative autorizzazioni alla somministrazione di quel vaccino e, soprattutto, sui risultati della sperimentazione effettuata da AstraZeneca”. È vero che i consulenti nominati dal Pubblico Ministero della Procura di Messina durante le indagini, successivamente chiuse con l’archiviazione del caso il 21 marzo 2023, hanno stabilito, come per gli altri casi, il nesso di causalità tra il vaccino e la morte di Davide Villa. È anche vero, però, che su queste tragedie restano ancora aperti numerosi interrogativi che attanagliano famiglie, amici e semplici conoscenti di chi ha perso la vita nel tentativo di proteggerla. “Allo stato attuale permangono diverse ombre e inquietanti dubbi e si auspica che questa volta il Coordinamento delle Procure italiane ed europee che si è occupato delle morti italiane ed estere a causa del vaccino, voglia indagare e accertare i fatti, approfondire e fare chiarezza in nome di Augusta, Zelia, Davide, Mario e delle tante vittime del vaccino AstraZeneca” si legge in un comunicato congiunto dei legali gli avvocati Valerio Messina, Daniela Agnello Stefano Maccioni, Angelo Tudisca, Antonio Cozza, Carlo Peluso e Assunta Costanza. Sarà la magistratura, ovviamente, a dover accertare quanto accaduto, però una cosa il fratello di Davide Villa, Fabrizio, vuole ribadirla: “Davide ha salvato con il suo sacrificio tante vite umane. La sua morte ha messo in guardia dai rischi che ne potevano derivare, costringendo le autorità a prendere alcuni provvedimenti, fino alla sospensione. Io e la mia famiglia ci auguriamo che si possano riaprire le indagini per far luce sulle modalità di come si sia arrivati all’autorizzazione su larga scala di quel vaccino”.