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Cpr di Trapani: dopo le fiamme la chiusura dell’ultimo lager

Situazione devastante dopo l'incendio e la protesta dei migranti. Lucchetti ai cancelli ma si pongono tante domande

di Luca Bonina -





“Una situazione peggiore di quanto ci si aspettasse”, sono le prime parole della deputata del Pd, Giovanna Iacono, che domenica si è recata al Cpr di Milo, a Trapani, incendiato a causa una rivolta di extracomunitari. Tra qualche giorno sarà chiuso perché mancano le condizioni di vivibilità ma quanto visto in pochi minuti avrebbe dell’incredibile. Ed ecco che dalle ceneri di Milio si alza lo scontro politico perché la deputata si dice pronta a presentare l’ennesima interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dormono all’aperto con temperature che, in certe ore della notte, sfiorano lo zero. Nessun vestito caldo, niente coperte e soltanto due materassi. Se protestano vengono neutralizzati dagli idranti degli agenti che li sorvegliano dall’esterno di una gabbia. Nessuno si azzarda per non trascorrere la notte bagnato fradicio. Chi ha la febbre resta a terra coprendosi con quello che può, spesso un sacchetto della spazzatura. Tutti ammassati in un cortiletto di un Centro di permanenza già chiuso per inagibilità nel 2021. Sono i cinquantasei migranti ospiti al Cpr di Trapani dove meno di una settimana fa è divampato un incendio che ha distrutto buona parte di una struttura già precaria. La tensione era scoppiata dopo un provvedimento a carico di 29 tunisini chiamati a lasciare il Centro per rientrare nel loro Paese.

Una selezione che ha legittimato la domanda degli altri rimasti: perché noi no? C’era chi aveva infatti tutte le carte in regola per andarsene da quella prigione, ma il suo nome non figurava nella lista, che comprendeva circa centocinquanta persone ritenute irregolari sul territorio italiano e rinchiuse nonostante appelli o richieste ancora da esaminare. Erano sostenute dall’unica speranza che avevano sentito in giro in quelle ore, secondo cui alcuni sarebbero andati in un Cas, mentre gli altri rimessi in libertà. In realtà hanno appreso che solo in pochi sono stati rimpatriati e senza alcun preavviso. Notizia che ha provocato la rivolta. Alcuni migranti, tutti di origini tunisine, hanno appiccato il fuoco alle suppellettili e ai materassi. Non è chiaro come le fiamme si siano sprigionate per poi compromettere la quasi totalità della struttura, dato che i trattenuti non possono possedere accendini mentre a cento metri dal Cpr sorge la sede dei vigili del fuoco di Trapani. La protesta è stata repressa con l’uso degli idranti e, secondo alcune testimonianze, anche con lacrimogeni. Le informazioni che arrivano dall’interno sono ancora poche e sporadiche: alle persone trattenute viene sequestrato il cellulare e permesso di comunicare con l’esterno solo con il telefono fornito dall’ente gestore. Le comunicazioni sono quindi filtrate e nemmeno gli avvocati dei trattenuti hanno la possibilità di mettersi in contatto con i loro assistiti, che possono solo ricevere telefonate.

La parlamentare Giovanna Iacono chiede trasparenza sui fatti e sulle misure adottate. Tante le domande senza risposta: la mancanza di adeguati servizi sanitari, che fine hanno fatto le persone trasferite? quale destino invece per chi è rimasto? come può una struttura dichiarata ignifuga bruciare con un accendino e perché c’era un accendino? Inoltre, ha ribadito la necessità di chiudere definitivamente tali strutture. Tra l’altro, il report 2023 del progetto dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, autorizzata a visitare il centro in passato, evidenziava già criticità. Oltre alla violazione dei diritti, emergono anche le condizioni disumane della struttura, costituita da interni completamente in cemento, spazi divisi da reti metalliche e segnata da carenze di spazi sociali, come una mensa, e da docce spesso prive di acqua calda. In questo quadro, il garante regionale per i detenuti, Santi Consolo, ha denunciato anche la presenza di persone con evidenti disabilità mentali, alcune delle quali dovute a gravi traumi cranici.