PRIMA PAGINA- Corruzione e dissesto: Maurizio Croce in manette
C’è anche l’attuale consigliere comunale di Messina Maurizio Croce, candidato a sindaco nelle ultime elezioni amministrative con il Centrodestra ed ex commissario per il dissesto idrogeologico, tra le tre persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Messina nell’ambito di un’indagine su appalti pubblici per la riqualificazione del torrente Cataratti – Bisconte. Le accuse contestate sono di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e truffa. L’indagine è nata da un controllo del Prefetto di Messina nel cantiere dei lavori, che ha portato alla scoperta di un rapporto illecito tra il gestore dell’impresa esecutrice e alcuni funzionari pubblici, tra cui lo stesso responsabile dell’ufficio dissesto. Maurizio Croce, 53 anni, in passato è stato anche assessore regionale al Territorio e ambiente nel governo di Rosario Crocetta e ha ricoperto numerosi incarichi di nomina politica in diverse strutture regionali. Secondo l’accusa Croce, candidato a sindaco di Messina, avrebbe ricevuto dall’imprenditore coinvolto, finanziamenti illeciti per la campagna elettorale, per oltre 60 mila euro. Si tratta solo della punta dell’iceberg di un’indagine che ha smascherato un complesso intreccio di favori e regalie, che inevitabilmente riportano la mente agli novanta e all’inchiesta “mani pulite” della Procura di Milano. Inchiesta che, di fatto, ha cambiato il corso della storia politica italiana. E non solo. Tornando a Messina e all’attuale indagine della Guardia di Finanza, il modus operandi era questo: in cambio di favori e vantaggi nell’esecuzione dell’appalto, l’imprenditore avrebbe offerto e versato ai funzionari diversi vantaggi. Tra questi ci sono dei lavori edili nelle loro abitazioni private, per un valore complessivo di circa 80 mila euro. C’è anche e in questo caso andrebbe aggiunto, addirittura, il pagamento delle tasse universitarie per un funzionario: in questo caso il valore economico si attesta a oltre 7 mila euro. Come detto, poi, ci sarebbe anche il finanziamento illecito della campagna elettorale del vertice della struttura commissariale, ovvero di Croce, per oltre 60 mila euro. Finanziamento che, in questo caso, avveniva tramite un sistema di false fatture. Ma non solo: nelle varie regalie scoperte dai baschi verdi messinesi ci sarebbe anche l’acquisto di un orologio Rolex Daytona del valore di oltre 20 mila euro; i lavori di ristrutturazione di un noto negozio di abbigliamento di Messina, per un valore di oltre 30 mila euro. Sempre su richiesta di Maurizio Croce, ma in questo specifico caso con l’intermediazione di un’altra persona di sua fiducia, sono stati richiesti anche i lavori di messa in sicurezza di una struttura ricettiva privata, per un importo di quasi 100 mila euro. In sostanza: chi più ne ha, più ne metta. Ma la cosa più eclatante è che l’imprenditore avrebbe tentato di far ricadere i costi di queste dazioni illecite sui costi dell’appalto pubblico. In conseguenza dei molteplici illeciti attribuiti al rappresentante legale della società affidataria dell’appalto pubblico, sono stati altresì contestati alla stessa compagine privata gli illeciti relativi al decreto legislativo 231 del 2001 che riguarda la responsabilità amministrativa dell’impresa derivante dalla commissione di reati dei propri amministratori o dipendenti. Come spesso avviene, poi, da un’indagine ne scaturiscono altre e infatti l’inchiesta sugli appalti pilotati ha anche impedito la consumazione di due distinte truffe. La prima è stata denominata “truffa dei pali”: l’imprenditore aveva installato 291 pali in meno rispetto al progetto, per un indebito guadagno di oltre 1.200.000 euro. Poi c’è anche la seconda, chiamata in questo caso “la truffa dei rifiuti. L’imprenditore aveva simulato il conferimento a discarica di materiale proveniente da un altro cantiere, ottenendo il rimborso dalla stazione appaltante e il pagamento dallo smaltimento dal committente privato. I Sequestri scaturiti dall’operazione sono pari ad un importo complessivo di oltre 230 mila euro.