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Cronaca

“Ponte Messina a Sicilia non basta”, Matacena, “potenziare porti, strade e rete ferroviaria”

di Redazione -





Lorenzo Matacena  (C&T): “Noi per nulla contrari, ma Ponte Messina a Sicilia non basta, bisogna pensare anche al resto”.

“A me fa paura l’idea che si parli di logistica in Sicilia partendo dal Ponte sullo Stretto. Nell’Isola se si vuole fare una riflessione seria sulla catena logistica bisogna partire dai porti, perché il Ponte sullo Stretto – se tutto va bene, tenuto conto che nel nostro Paese i tempi si dilatano – esisterà forse tra 10-15 anni”. Così Lorenzo Matacena, amministratore delegato del gruppo Caronte & Tourist, società di trasporti marittimi che espleta servizio traghetti nello Stretto, intervenendo in occasione della seconda edizione del ‘Forum Risorsa Mare 2024’, realizzato da The European House – Ambrosetti con il ministero per la Protezione civile e le Politiche del mare, a Palermo.

“Caronte & Tourist non è per nulla contraria alla costruzione del ponte – ha sottolineato l’ad del Gruppo -, anzi si propone come interlocutore per la costruzione dell’opera, perché per realizzarla e trasportare acciaio, ferro e persone da una sponda all’altra servono le navi per un lungo periodo di tempo. Riteniamo, però, che mentre si fa la riflessione sul Ponte si inizi a lavorare per rendere competitivi i porti siciliani. La Sicilia è una portaerei nel Mediterraneo, il 75% delle merci mondiali si muove in questo mare”. Per Matacena
il Ponte di Messina alla Sicilia non basta, la riflessione sulla catena logistica “dovrebbe partire dai ponti, dalle strade, dalla rete ferroviaria tecnicamente inesistente in Sicilia (nell’Isola c’è il tempo di percorrenza più basso d’Europa per i treni che vanno a 40 all’ora) e comprendere anche il Ponte. Dobbiamo cominciare ora e migliorare nei prossimi 15 anni mentre costruiamo il Ponte, non si può aspettare. Insomma mentre facciamo il Ponte realizziamo anche il resto”, ha concluso.

“Io non mi iscrivo al partito del ‘benaltrismo’, sono decenni che sentiamo dire ‘c’è ben altro’ e intanto non si fa né l’uno né l’altro. Condivido il ragionamento (di Lorenzo Matacena, ndr) che per dare un ruolo alla Sicilia nel Mediterraneo bisognerebbe cominciare dall’infrastrutturazione portuale – ha aggiunto -, peccato che non sia fatto 20-30-40 anni fa, quando i porti erano quasi un peso. E’ anche vero, però, che il potenziamento del gommato, che ancora c’è e resisterà per qualche decennio, e della rete ferroviaria passano attraverso il Ponte. Un tir carico di merci per andare al Nord alcune volte è costretto ad aspettare 2-3 ore a Messina. L’uno non esclude l’altra infrastruttura”.