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Spettacolo

Parchi al bivio, Scarpinato dettale nuove regole

di Redazione -





di LUCA BONINA
Quando a fine ottobre Carmelo Bennardo, direttore del Parco archeologico di Siracusa, disse che non tollerava più che il teatro greco dovesse rimanere coperto per otto mesi l’anno di impalcature lignee a causa degli spettacoli pop-rock che seguono le Rappresentazioni classiche, sembrò gettare un seme nell’arido terreno dell’insensibilità imperante circa integrità e intangibilità della delicata pietra bianca della cavea. Due mesi dopo l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato ha programmato una imminente conferenza stampa per annunciare le limitazioni all’uso del più grande teatro classico dopo quello di Epidauro e di conseguenza dei siti archeologici siciliani, fin troppo attivi quanto a sfilate di moda, concerti musicali, esibizioni, raduni e iniziative di ogni sorta, che si rivelano del tutto inappropriate allo spirito di un Parco di età greca e romana.

Il più aderente a tale precetto è il Parco di Segesta, che conta un teatro di ottocento posti e vanta un calendario di rappresentazioni di forte suggestione evocativa che, inscenate all’alba e tutte intonate al repertorio classico, sono state uniche al mondo fino a quando il Teatro antico di Tindari non ha pensato di emularle ma invitando cantautori non proprio greci come Carmen Consoli. Dice un funzionario del Parco segestano: “Qua non ci saranno mai sfilate.

La nostra è una regola filologica: al teatro niente che non sia in linea con il principio di rispetto dell’antica madre. E se ogni prima domenica del mese promuoviamo esposizioni di prodotti eno-gastronomici, lo facciamo sì dentro l’area del Parco ma nel vecchio posteggio, lontano dal teatro che è sulla collina”. Una regola questa del tutto violata a Tindari, dove anche in inverno si è pensato a “valorizzare” il teatro con iniziative del tutto estranee al clima del sito.

La direttrice Anna Maria Piccione ha infatti ideato un ciclo di iniziative, “Lux in tenebris”, che culmineranno il 5 gennaio con un concerto d’orchestra al teatro greco, secondo un preciso intendimento: “Continuiamo lungo la strada già tracciata, con l’obiettivo di valorizzare gli straordinari siti del Parco archeologico attraverso eventi performanti e installazioni all’interno degli stessi siti, trasformando i monumenti in scenografie naturali straordinarie”. Dice un archeologo del Parco: “La pietra del teatro non risente affatto di tale sfruttamento e noi stiamo ben attenti all’utilizzo. La legge ci permette di concedere il teatro secondo un preciso tariffario, ma può capitare che per fini didattici venga ceduto gratuitamente.

Ad ogni modo chiunque vuole il teatro deve assicurarsi contro i danni che dovesse apportare, ma certamente l’integrità di un bene archeologico non è minata da una serata di spettacolo”. Sarà, ma quando quattro anni fa il Tempio della Concordia fu letteralmente aggredito dalle modelle di Dolce&Gabbana che ai suoi piedi allestirono anche un ricevimento con mille persone, l’impressione per l’impatto fu enorme nel timore di danni alla Valle dei Templi: uguale a quello che ogni anno determinano i pienoni rock al Teatro greco di Siracusa, dove questa estate in un concerto dei Negroamaro il pubblico è stato invitato ad invadere l’orchestra e darsi a balli dionisiaci ma distruttivi. “Io non l’avrei permesso – dice a L’Identità l’attuale direttore del Parco di Agrigento Corrado Sciarratta. – Non c’ero ancora al tempo di quella sfilata di moda e posso dire che non permetterei simili eccessi. Nemmeno a Siracusa, caso-limite, consentirei programmi estivi di tanta intensità.

Noi organizziamo certamente manifestazioni culturali, fra jazz, mostre e spettacoli, ma ho voluto creare un apposito teatro lontano dall’area dei templi, che sono così salvaguardati. Del resto abbiamo un’area archeologica molto estesa per cui l’impatto del pubblico è spalmato su un territorio che ne risente al minimo. Il nostro non è un Parco piccolo come quello di Taormina”. Proprio nella “Perla dello Jonio” il teatro antico è davvero un limone spremuto da ogni genere di manifestazione: Taoarte, Taomoda, Taobok, FilmFest e in più i concerti musicali estivi. Il nuovo sindaco Cateno De Luca ha detto basta e minacciato di chiudere la strada che conduce al teatro.

Secondo lui gli eventi non possono tenersi in periodi di grandi flussi turistici. Ma i turisti a Taormina non registrano cali se non irrisori e in verità l’obiettivo del sindaco “aggiusta-problemi” è di assicurare al Comune, che vivacchia con il bilancio al verde, una parte degli incassi. Il proposito generale è di fare cassa con i siti archeologici. Il più ricco, l’unico nato in concomitanza con l’istituzione della legge del 2000 sui Parchi, è quello di Agrigento. Una vera industria dove l’arte diventa denaro, come dimostra la mostra in corso su Leonardo da Vinci.