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Cronaca

Omicidio ad Enna, il figlio della vittima: ‘Mi sono difeso da mio padre’

Dopo aver perpetrato l'omicidio, Matteo si è dato alla fuga, ma è stato successivamente contattato telefonicamente dalla polizia, convincendolo infine a consegnarsi

di massimilianoadelfio -




Il tragico episodio dell’omicidio a Enna sembra confermare l’ipotesi che il delitto sia avvenuto in seguito a un acceso conflitto tra padre e figlio. La vittima è Gaetano Menzo, un imprenditore edile di cinquant’anni, rinvenuto morto nella sua abitazione nel centro storico di Enna nel pomeriggio di ieri. Il presunto autore del delitto è Matteo Menzo, un giovane ventiduenne, il quale è stato fermato dalla polizia e ha fornito parziali ammissioni in merito ai fatti.

Dopo aver perpetrato l’omicidio, Matteo si è dato alla fuga, ma è stato successivamente contattato telefonicamente dalla polizia, convincendolo infine a consegnarsi. Durante l’interrogatorio, il giovane ha raccontato agli inquirenti di essersi difeso dal padre nel corso di una violenta lite. Secondo la versione di Matteo, il padre avrebbe iniziato a urlare e successivamente avrebbe estratto un coltellino cercando di colpirlo. La veridicità di questa versione è attualmente oggetto di approfondite indagini, in quanto sembra che il coltello a cui il giovane fa riferimento sia stato trovato nella tasca del padre.

Assistito dall’avvocato Silvano Domina, Matteo Menzo ha ammesso di aver colpito il padre, sostenendo però che l’abbia fatto in legittima difesa. Tuttavia, sorgono dubbi sulla credibilità del racconto del ventiduenne, poiché nella dimora sono stati rinvenuti almeno un coltello coperto di sangue, presumibilmente utilizzato per infliggere almeno otto colpi. La vittima presentava inoltre tagli alle mani e alle braccia, indicando un tentativo di difesa da parte sua.

Le indagini sono attualmente condotte dalla polizia e sono sotto la supervisione del pm Salvatore Interlandi. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il contesto in cui si è sviluppato il tragico conflitto. L’abitazione in via Mola è stata posta sotto sequestro al fine di consentire tutti gli accertamenti scientifici necessari per la completa comprensione dei fatti.