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Attualità

Nel ricordo il messaggio ai giovani: “Ciò che è dato non è dato per sempre”

di Francesca Gallo -





di CLAUDIA MARI
Tutti in silenzio, alle 17.58, poi un lungo applauso. Ieri, in occasione del trentaduesimo anniversario della Strage di Capaci, sono state ricordate le vittime dell’attacco a sfondo mafioso: Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro). Una giornata di commemorazione che è stata dedicata non solo alle vittime e alla legalità, ma anche ai cinque operai morti in un cantiere, a Casteldaccia, lo scorso 6 maggio. Una commemorazione iniziata al mattino e che è stata seguita in diretta Rai. In Sicilia sono giunti per l’occasione diversi rappresentanti del governo e della politica nazionale. E non solo. A palazzo Jung, per l’inaugurazione del Museo del Presente, si sono uniti alla sorella di Giovanni Falcone, Maria (a guida della Fondazione Falcone) i ministri dell’Interno e della Cultura, Matteo Piantedosi e Gennaro Sangiuliano, il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il vicepresidente della provincia autonoma di Bolzano Daniel Alfreider, la presidente della Commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo. Presenti anche i vertici della Dea, dell’Fbi, la rappresentanza del governo statunitense con la console generale Tracy Roberts-Pounds e Louis J. Freeh. “Per me è come se fosse ieri – ha detto Maria Falcone – però oggi qui abbiamo un motivo in più per essere soddisfatti: questo museo è frutto dell’attività svolta dalla fondazione in questi ultimi anni. Una lezione di legalità perenne e continua. Voglio lanciare il messaggio che i ragazzi devono rendersi conto che la mafia è un grosso problema tutt’ora. Come vediamo la mafia continua a fare affari. Questa è la nuova mafia, la mafia dei giovani che hanno studiato, perché la mafia non muore se non la combatti”. Non presenti, ma che hanno lasciato un messaggio di ricordo e di speranza la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – “Giovanni Falcone ci ha insegnato che ‘gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’. Fare ogni giorno tesoro di queste parole è il modo migliore che tutti noi abbiamo per onorare il sacrificio di chi ha perso la vita a Capaci quel 23 maggio 1992. Le loro idee camminano sulle nostre gambe e su quelle di chi verrà dopo di noi. Contro ogni mafia, sempre” – e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato in un messaggio ha ricordato così: “Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta e che è destinata a finire. L’impegno nel combatterla non viene mai meno. I tentativi di inquinamento della società civile, le intimidazioni nei confronti degli operatori economici, sono sempre in agguato. La Giornata della legalità che si celebra vuole essere il segno di una responsabilità comune”. Messaggi dalle massime cariche dello Stato, fino alle istituzioni politiche locali. Il presidente della Regione Schifani, a Palazzo Jung, ha dichiarato: “Credo che la memoria di Falcone debba far parte della quotidianità, nella vita di ogni siciliano che occupa ruoli istituzionali e di responsabilità. Noi siamo fieri di essere oggi qui, a Palazzo Jung. La Regione ha fatto la sua parte. È un esempio di sinergia per dare un segnale alla memoria di Falcone e per tutti i siciliani”. Esempi da tutti i rappresentanti della politica siciliana, da Antonello Cracolici, presidente della Commissione Antimafia: “La mafia 32 anni fa ha lanciato la sfida più alta allo Stato. Ma da quel giorno è partito da Palermo un movimento di riscossa che ha portato la società civile a reagire e far reagire tutta Italia. Per questo la mafia non ha vinto, anche se ancora c’è molto da fare e con la Commissione siamo impegnati nel costruire un’antimafia sociale sui territori per rendere permanente quell’onda emotiva che ha fatto muro contro la mafia”. E ancora la coordinatrice Mpa di Catania, Pina Alberghina: “Oggi ricordiamo uno degli eventi più tragici e significativi per la Sicilia e l’Italia tutta, la strage di Capaci. A distanza di 32 anni, questo giorno deve essere un momento per ribadire l’impegno di tutti alla promozione e difesa della cultura della legalità quotidianamente e in tutta la società”. Per ultime ma non meno importanti, le parole agli studenti del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo: “Voi avete il dovere di essere consapevoli che ciò che vi è stato dato non è stato dato per sempre. Democrazia, libertà e diritti sono beni che si perdono se non vengono conservati con cura e attenzione. Questo giorno è importante anche perché, ancora oggi, vaste aree del pianeta sono in mano al narcotraffico e alla corruzione contro cui aveva lottato Giovanni Falcone. Per questo abbiamo oggi a Palermo alcuni rappresentanti della magistratura del Sudamerica che combattono organizzazioni straordinariamente pericolose”.