Mondello, interdittiva antimafia alla ditta legata ai Genova
Un nuovo tassello si aggiunge alla complessa vicenda che intreccia imprese ed edilizia nella borgata balneare di Mondello. Il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, ha firmato un’interdittiva antimafia nei confronti della Gm Edil srls, la piccola società che negli ultimi anni ha svolto numerose attività per conto della Italo Belga, storica concessionaria della spiaggia.
Il provvedimento colpisce l’azienda amministrata da Rosario Genova, fratello di Bartolo Genova, figura di vertice del mandamento di Resuttana e tornato in libertà nel 2023 dopo una condanna per associazione mafiosa. La ricostruzione del Gruppo interforze antimafia – un lavoro congiunto di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Dia – non lascia spazio a interpretazioni: la Gm Edil risulta «fortemente esposta al pericolo di infiltrazioni mafiose» e non in modo episodico.
Un giudizio che dà peso a mesi di segnalazioni, denunce politiche e approfondimenti giornalistici che avevano già puntato l’attenzione sul rapporto tra la ditta dei Genova e la società che gestisce arenile, cabine, stabilimenti e una parte del patrimonio immobiliare di Mondello.
La rete familiare e l’ombra della mafia
Nella Gm Edil, gli investigatori hanno trovato conferme alle loro preoccupazioni. Tra gli operai figura lo stesso Bartolo Genova, considerato dagli inquirenti l’erede operativo dello zio Salvatore. Il suo coinvolgimento diretto in una ditta che opera stabilmente per un concessionario pubblico rappresenta, secondo la Prefettura, un rischio non compatibile con le norme di prevenzione antimafia.
Il legame con la Italo Belga non è recente:
- Rosario Genova risulta tuttora dipendente della società di gestione della spiaggia;
- dopo l’arresto di Bartolo nel 2009, la Italo Belga assunse la moglie del boss, Silvia Di Piazza, rimasta in organico fino all’estate scorsa;
- i mezzi della Gm Edil vengono parcheggiati in un’area intestata alla Italo Belga tra via Giasone e viale Venere, a ridosso del deposito delle cabine.
Di fatto, tra la concessionaria e la piccola impresa dei Genova esiste un filo diretto che dura da anni e che ora, alla luce dell’interdittiva, potrebbe diventare oggetto di ulteriori verifiche.
I lavori eseguiti e la difesa della Italo Belga
La Gm Edil ha lavorato su più fronti: dal montaggio delle cabine estive alla manutenzione ordinaria degli stabilimenti, fino al cantiere del Mondello Palace Hotel, ristrutturato con fondi del Pnrr. La società ha minimizzato la portata dei rapporti, parlando di incarichi «marginali, circoscritti e a ribasso». Tuttavia, il dato resta: la ditta dei Genova è stata coinvolta in più fasi delle attività stagionali e infrastrutturali che orbitano attorno alla spiaggia più famosa della città.
Un passaggio significativo riguarda anche la richiesta di iscrizione alla White list, presentata dalla Gm Edil nel 2022 e rimasta sospesa fino agli sviluppi delle ultime settimane. Un’istruttoria che ora si conclude con un verdetto pesantissimo.
Il nodo per la Italo Belga: la Prefettura prepara nuovi accertamenti
La decisione del prefetto Mariani non riguarda soltanto la Gm Edil. Gli scenari che si aprono adesso sono potenzialmente di grande impatto: l’interdittiva potrebbe essere il preludio a un supplemento di indagine sulla Italo Belga stessa, con l’obiettivo di stabilire quanto profondamente la famiglia Genova abbia inciso nella gestione della concessione.
Una questione che la comunità palermitana conosce bene, e che negli ultimi mesi è tornata al centro del dibattito politico e mediatico, soprattutto in vista del futuro della concessione demaniale e dei progetti di ammodernamento delle strutture balneari.
Se emergeranno responsabilità o carenze nella vigilanza interna, per la Italo Belga si aprirebbe un fronte istituzionale delicatissimo.
L’interdittiva, insomma, non chiude la vicenda: la rilancia. E potrebbe ridisegnare – ancora una volta – la mappa del potere economico e familiare che gravita attorno alla spiaggia di Mondello.
