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Militello fa i conti con il mancato ricordo del partigiano Russo

Un partigiano vittima di una falsa delazione non viene commemorato dalla sua Città a guida centrosinistra. E si batte in sua memoria, un senatore di destra

di Redazione -





La città di Pippo Baudo e del ministro Nello Musumeci, di fronte ad un paradosso. Un partigiano vittima di una falsa delazione non viene commemorato dalla sua Città a guida centrosinistra. E si batte in sua memoria, un senatore di destra. Lui, è un parlamentare di Fratelli d’Italia, il vicecapogruppo al Senato del partito di Giorgia Meloni ed è spesso in tv e sui media a parlare delle politiche ‘meloniane’ e, dunque, della maggioranza di governo. Uomo profondamente di destra, il senatore Salvo Sallemi sta spingendo su una richiesta che sa di sinistra: vuole che il governo nazionale compulsi l’amministrazione comunale di Militello in Val di Catania con l’unico fine di tributare un adeguato riconoscimento alla memoria di Sebastiano Russo, medico condotto militellese, che il 18 settembre 1944 fu assassinato a Caltignaga, in provincia di Novara.

Il dottore Russo, era nato a Militello, il 13 gennaio 1881 e, “socialista – spiega il senatore Sallemi – ha dato prova dei suoi sentimenti patriottici in molte occasioni, prestando attivamente la sua opera in favore dei partigiani feriti”. Sallemi, rivolgendosi ai ministri della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e degli Interni, Matteo Piantedosi, spiega che Russo fu vittima di una delazione e indicato falsamente come spia fascista. Russo venne ucciso, per questo doloroso equivoco, da due partigiani che lo ritenevano una spia del regime. Chiarito troppo tardi il tragico e doloroso malinteso, vennero comunque individuati i colpevoli e venne accertata la loro responsabilità e quella del delatore, tanto da essere condannati alla pena capitale direttamente dalla giustizia partigiana. “Piena e completa – spiega ancora Sallemi – è stata anche la riabilitazione del dottor Russo da parte dei competenti comandi partigiani e il 18 maggio 1945, gli vennero tributate onoranze funebri solenni, sia a Caltignaga che a Novara, quale pubblico riconoscimento”. Russo, ancora oggi, è ricordato ed iscritto tra i partigiani caduti nel Novarese in ben due monumenti a Novara: quello del Broletto, il medievale palazzo di città, e l’altro a porta Mortara. Tutto questo in Piemonte. Ma nella sua Militello, chi governa la città non lo vuole onorare.

Anche la presidente del Club Unesco di Militello ha sollecitato l’intervento del comune nell’aprile di quattro anni fa, per l’apposizione di una lapide e la co-intitolazione dell’esistente monumento alla Resistenza, già dedicato ai fratelli Di Dio, ai caduti della Resistenza della repubblica ossolana, a Salvo D’Acquisto e, più di recente, ai magistrati e alle vittime del terrorismo. Il problema sta nel fatto che però, non si riesce a superare la resistenza dell’amministrazione comunale. Il Club Unesco ha anche deciso di collocare una lapide sulla facciata della casa natale del dottor Russo in centro storico ma, nonostante il nulla osta dalla Soprintendenza “l’operazione – spiega Sallemi – non è ancora riuscita e rimane impossibile per l’opposizione del primo cittadino”, Giovanni Burtone, eletto in una lista civica di centrosinistra. Sallemi, dice anche che “il comune non ha voluto concedere anche i locali per un convegno storico sulla figura del dottor Sebastiano Russo a cui aveva aderito anche il presidente dell’Istituto storico della Resistenza novarese Piero Fornara”. Una storia strana e controversa ma che forse, necessiterebbe di un chiarimento definitivo.