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Milazzo”assalta” la presidenza “Non mi pento…”

di Redazione -





“Ma le sembra normale che la movida a Palermo è sempre più violenta, la gente muore per strada, i commercianti aspettano un regolamento da tempo, chi fa ricettività pure e noi dovremmo parlare delle adozioni omogenitoriali solo per un giochetto politico contro Fratelli d’Italia? Le sembra normale che abbiamo necessità di votare subito variazioni di bilancio e non si convoca il consiglio, nonostante l’impegno a farlo? Le sembra normale che ci doveva essere consiglio lunedì e non c’è stato martedì e non c’era il numero legale perché la maggioranza era quasi del tutto assente e non ci sono convocazioni per questo fine settimana rischiando di perdere fondi del Pnrr?

Le sembra normale tre ‘chiame’ (una delle quali illegittima) pur di raccattare il numero legale quando io, a termini di legge, avevo già dichiarato chiusa la seduta, suffragato anche dalle parole del segretario generale prima che scoppiasse in lacrime perché chi presiedeva insisteva a fare il terzo appello in palese spregio delle norme? Nonostante il segretario avesse detto che si stava perpetrando un atto illegittimo?

No, non è normale. E io non ce l’ho fatta più!”. È un fiume in piena Giuseppe Milazzo, vicepresidente del consiglio di Palermo che martedì è piombato sul tavolo della presidenza ed ha urlato ‘chiusa’ la seduta strappando di mano il microfono al presidente di turno, Mancuso. “Qui, la movida è sempre più violenta, la gente muore e si tergiversa, si forzano le norme e si fa di testa propria, infischiandosene di Palermo e delle sue emergenze”. Sì, però saltare sul banco della presidenza durante il consiglio?

“Io non l’ho fatto durante il consiglio. L’ho fatto quando il consiglio non c’era più. Loro calpestano Palermo, calpestano i commercianti, saltano sui regolamenti e sulle norme e io non posso saltare su quel tavolo che loro hanno reso ciò che non deve essere?” Insomma, nessuna marcia indietro: “Io non ho gettone di presenza, il mio impegno per Palermo è gratis, solo per passione politica.

Da parlamentare europeo ho il mio ‘stipendio’ e per Palermo do il mio contributo senza nulla. Ma non posso sopportare che si calpestino leggi e regolamenti, il buonsenso, le esigenze della città, che si rischi di perdere 80 mln di euro perché si fa melina, ci si diletta in alchimie, si fa prova di arroganza. No, questo no! Non mi pento, non chiedo scusa e spero solo che abbiano capito. Ma il fatto di non avere convocato il consiglio per domani o dopodomani, stante le urgenze, dimostra che sordi erano e sordi restano”.