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Mignani: l’uomo del 4-3-1-2. Il neo tecnico rosanero domani all’esordio

di Marco Gullà -





La sua carriera ha avuto un’inclinazione a pochi istanti dal tripudio più bello: si giocano gli ultimi minuti di Bari-Cagliari, ritorno della finale playoff per la promozione in serie A. I galletti sono ad un passo dalla serie A, risultato fermo sullo 0-0 –  e in virtù dell’1-1 dell’andata e del miglior piazzamento in classifica –  ad essere promossi sarebbero proprio i pugliesi, ma all’ultimo sussulto il Cagliari segna con Pavoletti e manda i sardi in massima serie. Al San Nicola – quasi inspiegabilmente – iniziò a piovere minuti prima del gol di Pavoletti, in una serata di inizio estate. In panchina per il Bari c’era Michele Mignani, neo allenatore del Palermo e chissà se ha ancora digerito una sconfitta pesantissima che ha intralciato il suo approdo verso la massima serie. Ci riproverà a Palermo, senz’altro. Ieri è stato “accolto” da un sole quasi estivo, dettagli metereologici sicuramente positivi. La sfida è decisamente ardua e insidiosa. Intanto deve riportare calma e serenità all’interno di una squadra che più volte è apparsa nervosa e inquieta, soprattutto nella gestione del risultato. Il Palermo ha una sorta di difetto di fabbrica, non riesce a controllare i risultati di vantaggio e spesso inciampa a pochi metri dal traguardo. È successo diverse volte in questo campionato, come a Como, Parma, Cremona e settimana scorsa a Pisa. Cosa succede? Mignani dovrà capirlo il prima possibile, anche perché domani è già campionato, è già esordio al Barbera nella delicatissima sfida contro la Sampdoria. Il neo tecnico rosanero ha diretto ieri il suo primo allenamento, ha conosciuto la squadra e oggi verrà presentato alla stampa. Carattere forte quello di Mignani, non un sergente di ferro per intenderci, ma sicuramente uno che nello spogliatoio ha pugno duro. Forse quello che è mancato ad Eugenio Corini. Mignani, nato a Genova il 30 aprile del 1972 si siede quindi su un’altra panchina importante e prestigiosa dopo quella del Bari grazie ai buonissimi risultati ottenuti nella giovane carriera. Il compito è tra i più complicati: subentrare a stagione quasi conclusa e cercare di risollevare una squadra col morale sotto i tacchi ma con ancora la speranza di poter andare in Serie A. Il tecnico ligure dovrà anche capire tatticamente come schierare la sua squadra: il sistema di gioco prediletto è il 4-3-1-2, ma in diverse partite ha schierato il 4-3-3, soprattutto all’inizio dell’ultima stagione col Bari. L’organico dei rosanero, costruito proprio per il 4-3-3, è ricco di esterni offensivi, ma il trequartista per il gioco di Mignani è imprescindibile. Col 4-3-1-2 potrebbero “esaltarsi” giocatori come Ranocchia (una volta superato l’infortunio), Henderson, Vasic o Di Francesco. La soluzione migliore potrebbe essere il 4-2-3-1, modulo utilizzato anche da Eugenio Corini negli ultimi mesi ma troppo offensivo nell’interpretazione, alla luce delle statistiche. Domani contro la Sampdoria non ci saranno grandissimi stravolgimenti tattici e nemmeno negli uomini, mancheranno però tre perni di centrocampo decisamente importanti come Ranocchia, Gomes e Coulibaly. In difesa tornerà Lucioni che farà coppia assieme a Ceccaroni con Diakitè e Lund sugli esterni. In zona mediana potrebbe toccare a Stulac assieme ad Henderson e Segre. In avanti Mignani potrebbe scegliere le due punte, accantonando il tridente: uno spoiler del possibile e futuro 4-3-1-2. Accanto a capitan Brunori dovrebbe quindi agire Mancuso, in netto vantaggio nel ballottaggio con Soleri, con Di Francesco trequartista. Il nuovo Palermo è pronto a ripartire, ma occhio alla Samp che arriva da quattro vittorie consecutive e al Barbera sarà supportata da oltre 1000 tifosi blucerchiati.