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La Vardera: “Pronti a dialogare con Azione ma in Europa anche da soli”

di Salvatore Cannata -





Ismaele La Vardera, 31 anni, palermitano. Subito dopo il Liceo socio-psico-pedagogico, la passionaccia per il giornalismo, l’incontro importante con Pino Maniaci e TeleJato. La Vardera diventa giornalista d’inchiesta, volto e voce de Le Iene e in poco più di cinque lustri di vita -compirà 31 anni a giugno- anche scrittore e impegno antimafia con l’associazione ‘per le verità scomode’ che crea. Qualche mese lontano dai riflettori prima che, a settembre 2022, arrivi la candidatura per Regionali in Sud chiama Nord con Cateno De Luca e la sua elezione. In assemblea, è pungolo e attività documentata: 128 interrogazioni, 15 ddl, 65 interventi in aula, 95% di presenze fra gli scranni: “Ma da solo, sarebbe impossibile, ho un’ottima squadra a supporto”. La Vardera, è vicepresidente della commissione d’Inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione e componente della V commissione Cultura, formazione e lavoro
Come sta Sud chiama Nord, onorevole La Vardera?
Stiamo parecchio bene. Raccogliamo consensi, continuiamo il percorso con le nostre idee, con la nostra visione e con la convinzione di quello che possiamo e sappiamo fare. Saliamo nel gradimento. Io su questo carro, sono salito in tempi non sospetti, quando tutto stava iniziando, sposandone idea e filosofia di pensiero e azione. E l’ho fatto perché sono abituato a credere in ciò che faccio e dunque, in ciò che voleva il movimento di Cateno De Luca
E in aula?
Rivendico davvero con orgoglio il lavoro che sto facendo e che stiamo facendo. Interventi, le mozioni, l’attività ispettiva, i ddl. E’ nostro dovere essere attivi, presenti, partecipi e pensare che Istituzione in Sicilia significa servizio.
Se le dico Autonomia differenziata?
Mi dice di un suicidio politico, di una scelta sbagliata. Contro cui proveremo a porre ogni ostacolo. Noi siamo in maniera diametralmente opposta.
Giugno, secondo weekend e le Europee. Sud chiama Nord come si pone?
Abbiamo interlocuzioni in corso con aree e movimenti assonanti a noi, alla nostra visione, alla nostra prospettiva di Europa e di Sicilia e Sud in Europa. In fase avanzata c’è un dialogo aperto con Azione di Calenda per cercare le linee comuni e portare una nostra espressione a rappresentarci a Bruxelles e Strasburgo come già c’è chi ci rappresenta a Roma. Non si tratta di visibilità fine a se stessa ma di avere ancora più forza nelle interlocuzioni e nelle nostre proposte. Aggiungo anche che ci saremo a prescindere da tutto; non abbiamo paura ad andare da soli mettendoci la faccia. La prossima settimana la Giunta esecutiva si esprimerà in tal senso; diciamo a chi sta riflettendo su di un apparentamento con noi, che noi al di là del risultato delle riflessioni ,dimostreremo sul campo che esistiamo grazie ai voti della gente
Se dovesse descrivere oggi Sud chiama Nord?
Siamo un movimento che si espande, che cresce, che con coraggio porta avanti ciò in cui crede. Lo scorso fine settimana, sono stato a Palermo invitato personalmente dal presidente della Regione Renato Schifani in un momento importante contro l’emergenza crack. Sa il lavoro che sto facendo in Parlamento spingendo l’approvazione di un disegno di legge che conducimno come intergruppo perchè ponga un argine ad un problema serio e reale che si avverte ovunque. Bene, questa è la dimostrazione di ciò che vuol dire essere rappresentanti dei Siciliani. Schifani mi ha definito ‘mastino’. Ci sta e lo prendo come un apprezzamento al mio lavoro
Sud chiama Nord, onorevole Lavardera. Ma Nord risponde?
Come no! Stiamo davvero raccordando il Paese sotto un’idea, quella nostra, del movimento. E lo stiamo facendo partendo da punte estreme. A Trieste, Genova abbiamo rispondenza che si è concretata in assemblee partecipate e condivise. Non dico queste città a caso, perché esse sono parecchio lontane geograficamente dalla Sicilia ma, evidentemente, parecchio vicine in un ideale comune. Grazie al lavoro di Laura Castelli già viceministro e autorevole voce in Parlamento, stiamo crescendo in tutto il Paese. Perché se è vero che siamo il primo partito in Sicilia, è vero anche che siamo una forza nazionale. Una visione folle in cui ha creduto Cateno De Luca e che si è concretizzata eleggendo un deputato e una senatrice da soli contro tutti. Ci piace dialogare ma siamo fermi nelle nostre idee. Noi vogliamo creare bravi amministratori, una buona politica. E siamo disposti a parlare con chiunque la pensi così.