La Sicilia fantasma, così l’Isola si spopola. Il ‘caso Sclafani’
Un paese che diventa simbolo dello spopolamento siciliano. Non è un caso unico. Purtroppo...
“È inutile suonare qui non vi aprirà nessuno. Il mondo l’abbiam chiuso fuori con il suo casino”. Cantava così Adriano Celentano in uno dei suoi brani più noti. “Soli” come molti comuni siciliani ormai in modalità spopolamento. In molti comuni delle Madonie, nel palermitano, sono rimasti in “pochi”. Il paese che si e spopolato di più è Sclafani Bagni, in tutto 370 abitanti, quasi tutti anziani, pochissimi giovani, circa una trentina. Percorrendo le vie del suggestivo borgo ne incontriamo uno di giovane, un miraggio. Ha 25 anni, si chiama Giuseppe e la prima cosa che ci dice è che vuole andare via. “Qui stanno andando via tutti – dice – i miei amici sono in Australia e fra un po’ li raggiungerò anche io. Sono stanco di fare lavori saltuari e guadagnare quasi nulla”. Ecco, nei prossimi mesi quindi a Sclafani Bagni saranno 369. E tornando al brano dell’’Adrianone’ nazionale, è inutile suonare in diversi citofoni delle palazzine di Sclafani, “non risponde praticamente nessuno”. “Pensate che negli ultimi due anni non ci sono state nascite – dice il sindaco di Sclafani Bagni Giuseppe Solazzo – la gente muore, i giovani se ne vanno e qui ogni anno perdiamo almeno 20 abitanti. La situazione è drammatica, se continuiamo così nel giro di 10 anni resteremo in pochissimi. Inoltre abbiamo anche chiuso la scuola materna. Speriamo nelle nascite ma c’è da capire se poi queste famiglie andranno via ugualmente”.
E tra le vie del paese addobbato a festa, riecheggia in lontananza musica natalizia. Ci avviciniamo alla chiesa del centro madonita, una signora in fondo sta pregando, è l’unica in tutta la struttura: “Un vero peccato aver perso tutti questi giovani – ci racconta il parroco del paese – pensate che a messa vengono solo persone over 80. Non so dove andremo a finire ma sono seriamente preoccupato”. Proseguiamo la nostra passeggiata in paese e incontriamo la signora Antonia, 87enne che ci prepara un ottimo caffè e ci manifesta tutte le sue preoccupazioni per lo spopolamento di Sclafani Bagni: “Un c’è chiu nuddu (non c’è più nessuno) – sono andati tutti al nord. I miei figli lavorano a Palermo e qui vi vengono poche volte. Ho davvero paura che questo paese scompaia. E io come farò anche per fare la spesa? Per adesso sono aiutata da Maria (una giovane donna che aiuta gli anziani del paese) e se anche lei dovesse andare via?”. La diminuzione delle nascite e il progredire della speranza di vita hanno portato l’Italia tra i paesi europei più anziani. Se da un lato, inoltre, le comunità immigrate si concentrano prevalentemente nel Settentrione “ringiovanendo” una popolazione sempre più anziana; dall’altro, il Mezzogiorno continua a perdere popolazione, soprattutto giovani qualificati. Sullo sfondo, un mercato del lavoro estremamente vulnerabile. Sul fronte dello spopolamento dei territori del Meridione, i numeri parlano chiaro. Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Mezzogiorno oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%). Al netto dei rientri, il Mezzogiorno ha perso 1,1 milioni di residenti. Le migrazioni verso il Centro-Nord hanno interessato soprattutto i più giovani: tra il 2002 e il 2021 il Mezzogiorno ha subìto un deflusso netto di 808 mila under 35, di cui 263 mila laureati. Al 2080 si stima una perdita di oltre 8 milioni di residenti nel Mezzogiorno, pari a poco meno dei due terzi del calo nazionale (–13 milioni). “Qui i giovani scappano perché c’è grandissimo sfruttamento – ci racconta un pensionato presente nell’unico bar del paese – mio nipote veniva pagato 5 euro all’ora per lavorare sui campi. Ha fatto la valigia ed è andato via a Milano. Ha fatto bene. Qui a Sclafani non vuole tornarci nemmeno per le vacanze e sta convincendo anche i suoi amici ad andare via”. E allora soli, purtroppo, in un paese che rischia di diventare fantasma.