La Sicilia corre più del resto d’Italia: Pil +10,9% in sei anni, trainano turismo, costruzioni e industria
La Sicilia continua a crescere e lo fa con un passo deciso. A dirlo è l’ultimo studio della CGIA di Mestre, che fotografa un’Isola in netta ripresa dal periodo post-Covid. Tra il 2019 e il 2025 il Pil reale è aumentato del 10,9%, un dato che colloca la regione fra le più dinamiche del Mezzogiorno. A svettare è ancora una volta la Sicilia orientale, con Siracusa in testa alla classifica provinciale della crescita. Numeri che si allineano alle recenti analisi di The European House – Ambrosetti, Bankitalia, Istat, Unioncamere e Svimez, tutti concordi nel descrivere un’isola che sta ritrovando slancio economico grazie al rilancio del settore turistico, alla spinta delle costruzioni e alla tenuta dell’industria manifatturiera.
Schifani: “Sicilia in testa, segno che la strada è quella giusta”
Soddisfazione nelle parole del presidente della Regione, Renato Schifani, che commenta così i dati: “I numeri diffusi dalla CGIA di Mestre, insieme alle analisi di altri centri indipendenti, certificano una Sicilia che guida la crescita tra tutte le regioni italiane. Con un +10,9% di Pil rispetto al 2019 e un calo del 25% delle ore di cassa integrazione, si conferma l’efficacia delle politiche economiche portate avanti dai governi regionali di centrodestra”.Schifani sottolinea anche altri indicatori positivi: entrate tributarie in aumento, disavanzo azzerato, maggior numero di imprese e occupati e una crescita superiore alla media nazionale.“È la dimostrazione – aggiunge – che la direzione intrapresa è quella giusta. Questo risultato ci spinge a proseguire con determinazione su un percorso che si sta rivelando vincente”.
Restano le sfide strutturali
Il governatore, tuttavia, non nasconde le difficoltà ancora da affrontare:“Siamo consapevoli delle criticità strutturali che restano e che c’è ancora molto da fare, ma abbiamo invertito la rotta”.Schifani richiama infine la nuova manovra finanziaria regionale, approvata ieri in Giunta, che prevede 300 milioni di euro destinati a incentivi per le assunzioni, investimenti nelle super ZES e sostegno agli interventi privati in edilizia.Un piano che punta – dice il presidente – a “consolidare la crescita e creare lavoro vero in Sicilia”.Un’isola che cambia passo, dunque. E che, dopo anni di arretramento, sembra finalmente correre — con la consapevolezza che la vera sfida, ora, sarà rendere questa crescita strutturale e duratura.
