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Incendi, Musumeci nega i soldi alla Sicilia e Schifani si ribella

di Redazione -





di MARCO GULLÀ – Ci sono famiglie che hanno perso la casa, l’azienda, i loro affetti più cari, i loro ricordi e anche il loro futuro: gli incendi di luglio hanno messo in ginocchio la città di Palermo e anche molte province, ma Roma ha negato alla Sicilia lo stato di emergenza nazionale per gli incendi (in particolare quelli del 25 e 25 luglio) che hanno causato sei vittime e oltre 150 milioni di euro di danni a case, boschi, attività produttive e infrastrutture. Una decisione clamorosa che sta anche scatenando una querelle politica all’interno del centrodestra siciliano. Ma andiamo per ordine. La Protezione Civile ha fatto una stima dei danni relativi agli incendi di luglio, circa 150 milioni di euro; tanti i cittadini danneggiati, c’è chi ha perso la prima casa e vive da amici o parenti, chi invece ha perso l’azienda, chi invece piange i propri cari (sei morti a luglio per i roghi che hanno interessato diverse aree del palermitano). Mesi e mesi di silenzio, il governo regionale che non interviene, così a sollevare il polverone, o forse per rimanere in tema, la cenere, ci hanno pensato le vittime dei terribili incendi estivi.

Segnalazioni, telefonate, proteste, dirette facebook: così dopo mesi e mesi di assoluto silenzio, qualcosa finalmente si muove ma solo perché arriva la clamorosa decisione da parte del dipartimento nazionale di Protezione civile, di negare lo stato di emergenza all’isola. Una decisione che spiazza il governo regionale e lo stesso Renato Schifani che attacca Roma e il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci: “Uno Stato che nega ai cittadini il risarcimento di un danno di pubblico dominio, subito per colpe o eventi altrui, e lo fa sulla base di cavilli procedurali non applicati prima, non è lo Stato in cui mi riconosco – ha detto Schifani – uno Stato che viene meno al principio della leale collaborazione dei suoi vari livelli, così come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, non è lo Stato in cui mi riconosco”.
Per il presidente della Regione una decisione assurda: “Contrasteremo – prosegue Schifani – questo ingiusto provvedimento in ogni sede amministrativa, giudiziaria, istituzionale e politica. Ma assicuro i siciliani danneggiati dagli incendi estivi che se lo Stato centrale li vorrà abbandonare, non lo farà la Regione da me guidata, perché la tutela della collettività di un popolo e la sua tenuta sociale costituiscono un principio sacro e irrinunciabile”.

Una decisione che ha fatto scontrare anche Protezione Civile Nazionale e regionale. Fabrizio Curcio ha infatti sottolineato “pur comprendendo il disagio determinatosi in conseguenza degli eventi, gli stessi dovranno essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuiti dalla normativa vigente alle amministrazioni e agli enti ordinariamente preposti”.
Secondo Curcio, “sulla base della documentazione fornita e degli esiti dei sopralluoghi tecnici, pur riscontrando numerose situazioni di disagio, prevalentemente temporanee, e di puntuali danneggiamenti, si è valutato che gli eventi non siano tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria”.
La replica del direttore della Protezione civile siciliana Salvo Cocina è netta: “Il rigetto oggi, a gennaio, appare peraltro intempestivo in quanto la prima richiesta della Regione è del 28 luglio, il giorno dopo la fine degli incendi, poi da noi integrata il 31 agosto e il 4 ottobre con le ordinanze e i provvedimenti di sgombero dei comuni. Sono passati ben tre mesi dopo la nostra ultima nota”. Una vera e propria matassa che adesso sta prendendo una direzione politica con il consueto scambio di accuse tramite dichiarazioni mezzo stampa. E come sappiamo, per ora i rapporti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia non sono ai massimi storici.

Ieri a Palazzo d’Orleans si è riunita la giunta regionale, l’obiettivo è quello di trovare al più presto una soluzione e che possa ricucire il rapporto tra Roma e la Sicilia. Proprio sotto il Palazzo del governo, mentre Presidente e Assessori discutevano, anche una delegazione di vittime di incendi.
Intanto per domani il ministro Musumeci ha convocato i direttori dei dipartimenti della Protezione civile nazionale e regionale per un riesame della pratica relativa agli incendi estivi nell’isola, nel tentativo di trovare una possibile soluzione. Non sarà facile, ma intanto la partita è aperta dopo mesi e mesi di silenzio ingiustificabile.